AMADEUS

"Amadeus" è un film del 1984 diretto da Miloš Forman, che si prefigge di tradurre in immagini la vita di Wolfgang Amadeus Mozart. Il film si apre nel 1822, oltre trent'anni dopo la morte del Nostro (1756-1791) quando Antonio Salieri (F. Murray Abraham), musicista italiano da tempo stabilitosi a Vienna, dove era arrivato a occupare la carica di compositore di corte dell'imperatore, una sera tenta il suicidio perché oppresso dai sensi di colpa. Per essere controllato meglio viene ricoverato in una celletta di un manicomio, dove un prete va per confessarlo. Salieri, sebbene un tempo fosse un uomo molto religioso, non intende sottoporsi propriamente al sacramento, ma per sfogarsi racconta comunque al prete il suo rapporto con Mozart, la cui musica è tuttora celeberrima mentre quella di Salieri è in gran parte dimenticata. Salieri, di alcuni anni più vecchio del salisburghese, era già da ragazzo un ammiratore del "bambino prodigio" che aveva la possibilità di esibirsi nelle grandi corti d'Europa. Ma quando finalmente il Mozart adulto (interpretato da Tom Hulce) giunse a Vienna ed entrò nelle grazie dell'imperatore Giuseppe II, Salieri, pur riconoscendo la grandezza della sua musica, fu sconvolto dal suo temperamento infantile e immaturo, e iniziò ad essere invidioso del suo successo, al punto che, pur prensentandosi esteriormente come un amico, giunse ad ostacolarlo in tutte le sue mosse. Quando le condizioni di salute di Mozart, già minate dagli stravizi, si aggravarono, Salieri pensò che era il momento di prendersi una diabolica rivincita: in incognito gli commissionò una messa da Requiem, con la condizione che non dovesse essere pubblicata. Ci avrebbe poi pensato lui a farla eseguire al funerale di Mozart, spacciandola per opera propria. Wolfgang Amadeus navigava economicamente in cattive acque e accettò, ma lo sforzo gli nocque al punto da abbreviare la sua fine, e Salieri non poté mettere le mani sul lavoro a causa di un improvviso ritorno della moglie di Mozart. La diceria che la fine di Mozart sia stata provocata da Salieri iniziò a circolare già nell'800, sebbene oggi i biografi la considerino infondata. Il poeta russo Puškin parlò apertamente di avvelenamento: la sceneggiatura non arriva a tanto, limitandosi a proporre un effetto indiretto dell'operato di Salieri. La caratterizzazione di Mozart appare particolarmente "sopra le righe", come "un ragazzaccio": questo stona con l'idea che molti si sono fatti del grande compositore, ma va detto che furono proprio i biografi del suo tempo a edulcorare certi aspetti della sua personalità che invece emergono pienamente dal film.