FARINELLI - VOCE REGINA

Tra il 1600 e il 1800 prese piede in Europa il fenomeno dei "cantori evirati": a certi ragazzi dotati nel canto venivano asportati i testicoli prima che sopraggiungesse la pubertà, in modo che la voce non si abbassasse. In questo modo potevano essere impiegati in cori dove le donne non erano ammesse (come quelli delle cappelle pontificie) ma non solo: avevano molta fortuna anche nei teatri d'opera, perché la conformazione fisica maschile del torace permetteva alla voce di avere maggiore potenza. Tali uomini castrati erano spesso ricercati come amanti da nobildonne, perché il fatto che fossero divenuti incapaci di generare le metteva al riparo da gravidanze indesiderate. "Farinelli - Voce regina" ripercorre la vita di Carlo Broschi detto Farinelli, il più famoso dei cantanti castrati della storia della musica, da quando ancora fanciullo cantava in un coro di voci bianche alla sua folgorante carriera nei teatri d'Italia e d'Europa. Accanto a lui, interpretato da Stefano Dionisi, è il fratello Riccardo (Enrico Lo Verso, che non gli assomiglia affatto) che compone i suoi brani. Essi si incontrano/scontrano spesso con Georg Friedrich Händel, il grande compositore che vorrebbe avvalersi del Farinelli per le sue opere ma di cui il fratello rivendica l'esclusiva, vivendo in pratica della sua luce riflessa. Ma pur con tutta la sua gloria Carlo sente di essere un uomo menomato, e cercherà in qualche modo di riprendersi quello che ritiene spettargli. Il film è abbastanza deludente sotto l'aspetto musicale, che dovrebbe essere proprio quello più importante; la caratterizzazione di Händel è inoltre molto discutibile: in una delle sceni finali accusa i castrati di avere spento il suo genio creativo, mentre in realtà pare che si compiacesse assai di scrivere brani in cui le loro capacità vocali potevano esprimersi al massimo.