KING ARTHUR

 

Questo film riscosse un grande successo alla sua uscita (autunno 2004). Mi aveva molto interessato fin da quando avevo visto i trailer, in primavera, perché si proponeva di calare le storie arturiane nella dimensione storica in cui si sarebbero svolte realmente, ossia in un contesto di tarda romanità anziché di un medioevo fiabesco. Operazione di cui c'erano già gli accenni in Excalibur di John Boorman del 1982, sicuramente il miglior film mai girato su Artú. Ma, a causa di scelte molto in fase di sceneggiatura, l'operazione si può dire riuscita solo in parte. L'epoca della vicenda è il 467 d.C. (un anno in cui il vero Artú non era probabilmente ancora nato). Artú è il comandante di una guarnigione romana di stanza lungo il Vallo di Adriano (in realtà le truppe romane si erano ritirate dalla Britannia esattamente sessant'anni prima). I suoi cavalieri (Sarmati al servizio di Roma per una forma di tributo del loro popolo - ipotesi suggestiva ma anche questa totalmente inventata), prima del congedo che permetterà loro di tornare in patria, devono compiere un'ultima, pericolosissima missione: portare in salvo un'influente famiglia romana che abita oltre il Vallo e rischia di essere attaccata dagli invasori Sassoni sbarcati in forze nelle vicinanze (altro errore: gli Anglosassoni iniziarono ad invadere la Britannia nel 449, e partendo dall'East Anglia; non si spinsero mai cosí a nord). Altri errori evidenti, di cui gli sceneggiatori non si sono curati, sono il fatto che Artú dice di aver conosciuto l'eretico Pelagio (morto oltre cinquant'anni prima) e che un signorotto romano dice in pratica di essere stato infeudato dal papa (come se la Donazione di Costantino fosse stata veritiera). Inoltre, i personaggi dichiaratamente cristiani -a parte ovviamente il protagonista- fanno in genere delle figure barbine. Un appunto interessante è dato dalla figura di Merlino, presentato come il capo di una fazione di Pitti ribelli al potere romano, ma che fa poi fronte comune contro i comuni invasori; un'interpretazione diametralmente opposta a quella data da Valerio Massimo Manfredi ne L'ultima legione, di cui uscirà il film l'anno prossimo. Artú è interpretato dall'attore inglese Clive Owen, che a questo film dovette un rilancio della sua popolarità. Ginevra, la principessa celtica (nonché combattente, in questo film) che diventerà sua moglie, è l'astro nascente della cinematografia britannica, Keira Knightley. Con tutte queste goffaggini, il modo giusto per godersi il film è quello di prenderlo come un bel film d'azione: spettacolare è soprattutto la battaglia notturna sul lago ghiacciato tra gli uomini di Artú e i guerrieri sassoni. In questa si vede anche la mano del regista, il nero americano Antoine Fuqua, specializzato in videoclip.