LA RIVINCITA DI NATALE

Prima di leggere questa recensione bisognerebbe vedere Regalo di Natale, visto che la Rivincita è direttamente collegata al finale del primo film. Franco, che, nell'ultima terribile mano della partita di Natale di ormai 15 anni prima, aveva perso tutto, ha ricominciato a vivere, grazie al suocero, diventando uno dei più grandi imprenditori cinematografici della Lombardia. Lele no, ha avuto problemi, e sembra avere un cancro ai polmoni che lo condurrà rapidamente alla morte. L'imminente morte di cui ha paura Lele risveglia il desiderio di rivincita di Franco, contro il bravissimo (e baro) avvocato Sant'Elia, contro il quale appunto, aveva perso. Ugo ha ancora più problemi, la sua piccola azienda crolla e ora è pieno di debiti. Infine l'avvocato, con la sua tattica di gioco, ha fatto ancora più fortuna. Tutti, si ritrovano ancora una volta in una villa, per la partita di Poker, una rivincita? Una seconda sconfitta? Il tutto, come sempre, tra migliaia di euro sul tavolo da gioco. Meno bello del primo, anche questo riesce comunque a spiazzare e a stupire. Unico difetto per Pupi Avati forse la brevità della partita a poker, che ora viene piuttosto ridotta.