TRISTANO E ISOTTA

 

Questo film s'inserisce nel solco di King Arthur nel cercare di rappresentare delle leggende cavalleresche medievali nei tempi e nei modi in cui avrebbero avuto luogo. Il risultato è tutto sommato onesto, sebbene manchi quasi tutta la seconda parte della leggenda e compaiano delle bizzarrie (come la pratica della cremazione nelle Isole Britanniche durante l'Alto Medioevo, quando era invece stata abbandonata da secoli: una nefasta influenza de Il primo cavaliere?). Qui sono i cattivi sono gli Irlandesi, che vogliono sottomettere i laboriosi abitanti dell'Inghilterra. Il re irlandese organizza un torneo con in palio la mano di sua figlia Isotta (Sophia Myles): il suo obiettivo è di fare scannare tra di loro i vari signorotti britannici in modo da trarre vantaggio delle loro inimicizie. Vince Tristano (James Franco), che in precedenza, dopo essere stato ferito gravemente, era stato salvato dalle cure amorevoli che Isotta, erborista provetta, gli aveva somministrato. Ma la felicità della principessa è di breve durata: infatti Tristano rivela che non ha gareggiato per sé, ma per suo zio Marke, che non ha potuto partecipare perché menomato di una mano (nei poemi cavallereschi aveva invece le orecchie d'asino!). Marke è un uomo buono, e cerca di guadagnarsi l'amore della sua sposa. Inevitabilmente il rapporto col nipote (che era stato cresciuto da lui dopo la morte violenta dei suoi genitori) si guasta, e la tresca viene alla fine scoperta. Ma ci si mettono di nuovo di mezzo i perfidi Irlandesi, uniti a dei Britannici traditori...