EYES WIDE SHUT

Il Maestro Stanley Kubrick nel 1999 dirige questo film tratto da “Doppio sogno”, romanzo degli anni ’20 dello scrittore austriaco Arthur Schnitzler, cambiando nomi ai personaggi principali (nel film Bill e Alice) e traslando lo spazio-tempo. All’inizio del film Bill ed Alice sono invitati da Victor Ziegler, loro amico, nella sua sontuosa villa. Durante la festa Bill, di professione medico, viene fatto chiamare a curare una ragazza che ha avuto un’overdose e con la quale Ziegler si stava “intrattenendo”. Durante la stessa festa incontra Nick, pianista dell’occasione e suo collega rinunciatario all’università. La sera dopo, Bill e Alice sotto effetto della marijuana aprono una spontanea discussione sul desiderio durante il matrimonio e Alice confessa al marito di aver avuto la tentazione di tradirlo con un ufficiale della marina durante una vacanza di qualche estate fa; la dichiarazione turba Bill, che viene anche raggiunto da una telefonata per avvisarlo della morte di un suo vecchio conoscente. Scosso, soprattutto dalla prima notizia, si reca a casa del suo conoscente dove incontra la figlia che gli dichiara il suo amore di fronte la salma del padre. Andatosene da lì, Bill vaga per New York, incontra una prostituta che però lascia poco dopo e finisce in un locale dove vede suonare il suo amico Nick, il quale gli confida che tra poco andrà a suonare in una casa misteriosa dove una setta di uomini mascherati tiene riti orgiastici; dopo qualche tentativo di convincerlo, Bill ottiene la parola d’ordine, Fidelio. Così, procuratosi una maschera, si reca alla festa dove assiste alla cerimonia che sfocia in sesso disanimato. Qui il regista evidenzia con una perfetta tecnica di ripresa la povertà dell’atto sessuale come ginnastica, come sfogo. Nella casa Bill incontra anche una ragazza che lo avverte che sta rischiando grosso e che gli conviene andare via al più presto prima di rischiare anche la vita. Subito dopo Bill viene convocato dal leader della setta, quindi smascherato, seppur con un trucco, e minacciato (leggere “avvertito”). La ragazza di prima interviene, lo salva e si fa carico delle pene dell’intruso. Il giorno dopo Bill inizia un’indagine che lo conduce in un albergo per trovare Nick, ma si ritrova a parlare con il portiere il quale gli dice che Nick è stato portato via dall’albergo, per cui torna a recarsi alla casa misteriosa, dove gli viene consegnata una lettera di avviso per ricordargli il pericolo in cui incappa con le due (inutili?) indagini; una notizia letta su un giornale, inoltre, lo porta all’obitorio, dove vede il corpo della donna della notizia. Viene convocato a casa di Ziegler, che gli confessa di essere stato presente quella sera in quella casa, che quegli uomini mascherati sono pezzi grossi che “se ti dicessi chi sono, la notte non dormiresti tranquillo” e che quella donna di cui ha visto il corpo è la stessa che lo ha salvato quando è stato scoperto. Ma la morte della giovane non è stata per omicidio ma per l’ennesima overdose, ennesima in quanto era la ragazza della festa all’inizio del film. Tutto è stato quindi soltanto come messinscena per spaventare l’intruso. Qui ricorre la denuncia ai riti massonici ai quali notoriamente partecipano appunto i pezzi grossi. Tornato a casa, Bill trova la maschera sul suo cuscino affianco alla moglie che dorme, esplode in lacrime e le racconta tutto. Nella scena finale Alice conclude che la coppia deve ritenersi fortunata a essere sveglia e augurarsi di restarlo più a lungo.
Quindi, due ore e mezza di film in cui sono messi in parallelo i due percorsi, verbale e diretto quello femminile, empirico quello maschile, e in cui sono presenti tre temi:
1) Lo spettatore che impara cosa significa veramente guardare, osservare, imparare.
2) Coscienza del disorientamento (solo accecandosi si impara a guardare nuovamente il mondo), e da qui il titolo
3) Denuncia dei rituali esoterici della massoneria.
Complimenti a Kubrick per esser riuscito a non essere pesante, un po’ meno a me per esserlo stato nella recensione.