L'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE

"L'esercito delle 12 scimmie", uscito nel 1995, è secondo me, dopo "Brazil", il miglior film di Terry Gilliam. Siamo nel XXI secolo: in seguito ad un virus letale, che però non colpiva le altre specie, la maggior parte dell'umanità è morta, lasciando di nuovo gli animali padroni della Terra. Cinquanta milioni di persone sono sopravvissute rifugiandosi nel sottosuolo, in un'atmosfera artificiale a tenuta stagna. I criminali condannati a morte, tra cui il protagonista James Cole (Bruce Willis) sono mandati in superficie, in uno scafandro, a prelevare campioni da analizzare: se ciò porterà a risultati utili, avranno salva la vita. A questo tipo di missione se ne può aggiungere una che prevede un viaggio nel tempo (da poco messo a punto) nel periodo precedente l'esplosione dell'epidemia, per raccogliere indizi. Infatti non è chiaro come la catastrofe sia iniziata, si sa solo che era coinvolta una fantomatica organizzazione chiamata "L'esercito delle 12 scimmie". Nel suo viaggio nel tempo James ha modo proprio di conoscere il fondatore di questa congrega (Brad Pitt), un giovane psicopatico figlio di un celebre biologo. James, anche dopo il richiamo nel suo presente, chiede di poter continuare ad indagare perché si sente vicino alla soluzione dell'enigma. Rispetto ad altri film di Gilliam, c'è un minor ricorso agli elementi "bizzarri" che sono caratteristici del suo stile, e si presenta apparentemente come un film di fantascienza "ordinario". Il finale però è enigmatico e si presta a diverse interpretazioni.