IL PAP'OCCHIO

Film molto bello, se non altro perchè in Italia fu censurato e ritirato "da tutte le sale del Regno, pardon, della Repubblica" (cito da Luciano De Crescenzo, che con Arbore e Benigni pagò un'ammenda e rischiò addirittura il carcere) per vilipendio alla religione. Preoccupato dal calo di cattolici nel mondo e dal fatto che sempre meno giovani si avvicinano alla religione, Giovanni Paolo II (Manfred Freyberger) decide di rivolgersi a Renzo Arbore perovviare al problema rinnovando Tele Vaticano con un nuovo programma. Arbore, avvicinato dal responsabile giovani per il Vaticano, il foggiano don Gabriele (Diego Abatantuono), porta al servizio del Papa la sua scalcagnata compagnia di attori, il cast dello show "L'altra domenica" (tra i quali figurano una giovane Isabella Rosselini, Franco Zampa, Michel Pergolani, le sorelle Bandiera, Silvia Annichiarico e Mario Marenco) e nella quale spicca Roberto Benigni, che per ragioni di rivalità con Arbore cospirerà per farlo fallire col potente cardinale Richelieu (Graziano Giusti), conservatore e capo dei servizi segreti vaticani. Benigni tenta di incastrare Arbore, ma non ci riesce e si riappacifica con lui. Gran finale con l'apertura di "Gaudium magnum", il nuovo show, con una parodia dell'inno dell'Internazionale che scandalizza il Papa e i cardinali e rallegra Sandro Pertini, presente alla prima dello spettacolo in Vaticano, prima che la compagnia teatrale e Richelieu vengano ammessi in Paradiso da Dio-Deus ex machina (Luciano De Crescenzo). Una cosina gradevole del 1980; degne di nota le partecipazioni straordinarie di Ruggero Orlando nel ruolo di se stesso, Mariangela Melato nel ruolo di una provinanda, Milly Carlucci nel ruolo di suora annunciatrice e Martin Scorsese nel ruolo di se stesso regista televisivo. Lo consiglio, ma prima ripassate un po' di pugliese e napoletano (indispensabili per comprendere alcuni dialoghi e gli intermezzi del coro). P.S.: "Papocchio", al Meridione, vuol dire "gran pasticcio"; da qui il gioco di parole che dà il titolo al film.