IL PICCOLO GRANDE UOMO


Un ultracentenario racconta ad un giornalista la storia della sua vita. Parte quindi il flash back che durà per tutto l'arco del film. Da bambino la carovana su cui viaggiava era caduta preda di alcuni indiani e così il piccolo era stato raccolto e cresciuto da una tribù di Cheyenne, ma da ragazzo torna tra i bianchi: fatica però a riadattarsi e dopo diverse peripezie, divenuto adulto vive una vita normale. Trova una moglie, una casa nelle nuove terre, un lavoro. Ma un giorno gli ricapita la sventura già vissuta da bambino: la carovana su cui viaggia viene assalita dagli indiani e mentre lui riesce a scamparla la moglie viene rapita. Si mette così alla ricerca della stessa, ma più che la moglie ritroverà una cultura molto migliore di quella dei bianchi e ritroverà anche i suoi fratelli cheyenne, presso i quali torna a vivere. Il film prosegue con altre vicende che prendono spunto da avvenimenti reali in particolare dallo scontro tra esercito degli Stati Uniti e indiani americani delle praterie. Ma nel film sono presenti in generale diverse apparizioni di personaggi storici dell'epopea del vecchio west. Un film grandioso, privo di buonismi ed ipocrisie, che permette anche di avere un'interessante prospettiva per iniziare a capire cosa hanno vissuto i nativi americani delle praterie e la differenza tra due culture.