LA VOCE
DELL'IMPERATORE
L'anima
dell'Impero
Quando il Ministro dell'Informazione, Pidichu, mi ha chiesto di
scrivere un articolo per il neonato giornale di stato non sapevo che
mi avrebbe chiesto qualcosa che forse non sono in grado di fare e
che non è semplice da esprimere. Mi è stato chiesto di scrivere che
cosa è per me l'Impero, che cosa mi ha dato e che cosa mi da.
Ebbene, l'Impero è per me forse un nuovo mondo. Un sogno. Un angolo
di libertà. Un tentativo di fuga dal macromondo che ci schiaccia nei
suoi ingranaggi a cui si è costretti ad adeguarsi. Una protesta. Una
sfida.
Talvolta, il padre delle teorie quintomondiste, Cesidio Tallini, ha
parlato di creare il paradiso in terra. Per quanto questa idea debba
essere rapportata alla realtà materiale, mi ha sempre affascinato.
Non ho l'ambizione di creare il paradiso terrestre, ne ho la
speranza illusoria che ciò possa avvenire se non in un futuro molto
lontano che non conoscerò mai. Ma ho l'ambizione di provarci, di
provare a creare una grande nazione. Una nazione basata su degli
ideali di base, gli ideali della libertà individuale e
dell'uguaglianza di tutti, uguaglianza che deriva dalla libertà e
non dall'imposizione come taluni credono. Una nazione che
probabilmente non sorgerà mai su un territorio, ne verrà mai
riportata su alcuna cartina. Una nazione presente solo su internet
direbbero molti che ancora non hanno compreso il significato della
parola "virtuale" affiancata al termine "micronazione". Ma io dico,
che stiamo creando ed abbiamo creato una nazione che ha le sue
radici nel nostro cuore e nei nostri pensieri.
E' un azzardo questa affermazione, mi espongo alla possibilità di
non essere compreso e di essere deriso. Ma nella storia ed in ogni
situazione tutti coloro che hanno osato esprimere concetti nuovi e
apparentemente folli, sono sempre stati derisi per poi passare dalla
fase di derisione a quella di apprezzamento.
Talvolta, in particolare in passato, sono stato tormentato dal
pensiero che fossi solo io a credere nell'Impero e a voler portare
avanti, con la massima razionalità e senza troppi slanci di pazzia,
questo progetto. Spesso ho pensato che solo io amo la mia patria e
nazione imperiale. Poche eccezioni mi facevano credere diversamente.
Ma negli ultimi tempi, molti atteggiamenti di altri fratelli
imperiali, mi hanno fatto ricredere. Ho visto in loro e letto nelle
loro parole, l'affetto e il legame che provano per l'Impero. Ho
letto cittadini passivi pregarmi di lasciare loro la cittadinanza,
ho letto cittadini passivi chiedermi di poter restare imperiali a
vita. Ho visto vecchi cittadini, risorgere e darsi da fare. Ho visto
ex cittadini tornare nella micronazione. Vedo i cittadini attivi,
che si danno da fare, che mettono la loro volontà, che esultano per
le piccole vittorie e che pubblicizzano la micronazione. Li ho visti
mettere l'Impero sopra i loro interessi personali. Ho visto le
persone sentirsi imperiali.
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