IL NAZISTA E IL BARBIERE

Max Schulz, tedesco di stirpe antica e consolidata, è brutto, con occhi da rospo, capelli neri e ricci. La figura classica dell'ebreo. Itzig Finkelstein, figlio di un ricco barbiere ebreo, è biondo, con gli occhi azzurri, alto. La figura classica dell'ariano. Sono amici e lavorano insieme nella bottega (anzi, il salone) del padre di Itzig, barbiere. Nel 1933 Hitler sale al potere e comincia la sua lotta razziale contro gli ebrei, inizio di una storia commovente della separazione tra i due? No. Max Schulz diventa un membro delle SS di Laubwalde, uno dei tanti campi di concentramento. A Laubwalde muoiono Itzig e famiglia. Ma è con la disfatta della Germania e l'entrata dei russi nel campo che le cose si fanno interessanti: Max Schulz scappa per diversi anni in un villaggio polacco, sfuggendo all'Armata Rossa, con un carico immenso dei denti d'oro degli ebrei sterminati. Ma il nazista non può continuare a vivere così: deve rifarsi un'identità. Dunque quale migliore mezzo per non essere scoperto e condannato come criminale nazista? Assumere l'identità di Itzig Finkelstein, sfruttando il suo aspetto! Verrà risarcito dei danni, si trasferirà a Gerusalemme dove riaprirà il famoso salone del barbiere, completamente nuovo... Questo libro di Edgar Hinselrath è un capolavoro vero e proprio, di colossale ironia e paradosso storico, lo consiglio a chiunque, anche agli analfabeti!