STRAGI DEL BRABANTE (Realizzato da Luca Bandieras)

Cos'è veramente la "strategia della tensione"? Cosa c'è dietro la criminalità? Qual'è il confine tra l'organizzazione terroristica e la ragione di Stato? Non tutte queste domande possono trovare una risposta, specialmente nel caso di una serie di attentati avvenuti in Belgio tra il 1982 e il 1985: le cosiddette stragi del Brabante.

La cronaca semplice
Le notizie sono scarse e servirebbe avere dimestichezza con la storia del Belgio per contestualizzare completamente quanto è avvenuto, ma per cominciare dobbiamo assolutamente passare alla cronaca semplice di quanto è avvenuto.
Le stragi del Brabante sono 14 attentati terroristici avvenuti nei dintorni di Bruxelles tra il 30 settembre 1982 (a Wavre) e il 9 novembre 1985 (ad Aalst) in cui morirono 28 persone e si ebbero centinaia di feriti.
In cosa differiscono questi attentati dalla criminalità normale? Per capirlo basta vedere cosa è successo nell'ultimo di questi, avvenuto in un supermercato: una Volskwagen GT1 parcheggia normalmente e da questa escono tre uomini armati, con il passamontagna, e nel giro di pochi minuti, con un fucile a pompa, tra le corsie dei reparti, uccidono 9 persone, di cui due famiglie intere, prendendo alla fine un bottino ammontante più o meno a 5 milioni di lire dell'epoca, abbandonato in un sacco chiuso vicino a un canale della zona.
Gli altri seguono più o meno lo stesso copione, prendendo sempre di mira luoghi popolari: negozi di alimentari, supermercati, fabbriche, ristoranti.

I tratti comuni
Bastano 14 attentati per fare una Giornata della Memoria? Sì, perchè questi seguono una strategia, sono parte di un progetto, come si vede bene innanzitutto dalla scelta dei luoghi e degli obiettivi. Il solo fatto del bottino abbandonato esclude qualsiasi pista di rapina, si tratta solo di un omicidio premeditato, la scelta dei morti non è casuale: si tratta di gente comune (operai, famiglie con bambini, casalinghe), di quelli che guardano i telegiornali ed escono a fare la spesa il sabato pomeriggio.
Fin da subito apparve chiaro agli esperti e ai testimoni che quelli del Brabante non erano criminali comuni: la scelta delle armi, la gestione della situazioni e delle scelte nei singoli contesti, la serialità, la freddezza nell'uccidere e l'assoluta impunità degli attentatori denotavano chiaramente che erano dei professionisti, non criminali qualsiasi.

La reazione iniziale
Cosa può succedere nell'immediato futuro di un attentato terroristico in una tranquilla regione del Belgio? Il panico, la richiesta di maggiore sicurezza. La stessa gente comune vittima degli attentati pretese giustamente di poter andare al supermercato tranquilla e per questo il governo belga rinforzò le forze di polizia di guarda nei supermercati con paracadutisti e nuovi veicoli.
Accanto a queste misure, non sempre utili visto il perdurare della situazione per ben 3 anni, ci furono le indagini che servirono effettivamente a poco, almeno fino alla fine degli anni '80, quando venne a galla la cosiddetta "Operazione Gladio".

Le indagini vere
Dobbiamo venire in Italia per andare avanti: infatti, a guerra fredda praticamente finita, nell'agosto del 1990 Giulio Andreotti, allora presidente del Consiglio, rivelò in Parlamento l'esistenza di una rete stay-behind gestita dalla NATO, con l'aiuto dei servizi segreti, di organizzazioni diestrema destra e gruppi armati, incaricata a formare la cosiddetta "quinta colonna" in caso di un'invasione sovietica, che avrebbe aiutato i militari.
E' un fenomeno solo italiano? Oppure questo tipo di operazione è stata fatta anche in Belgio o altri paesi europei? La domanda è lecita e se la posa il Ministro della Difesa belga Coeme, che di fatto fece ripartire le indagini sulle stragi del Brabante con la nuova pista.
I giudici, come è ovvio, naufragarono e non riuscirono a provare coinvolgimenti dei servizi segreti locali e americani, scontrandosi con il muro del segreto di Stato, con i servizi segreti che non rivelarono le identità dei propri membri e non permisero di fatto il serio svolgimento delle indagini.
Quello che non è mai stato provato di "Gladio" è il suo coinvolgimento negli attentati terroristici, cioè il passaggio da organizzazione para-militare in caso di invasione a organizzatrice di attentati in modo da destabilizzare l'opinione pubblica e rafforzare di fatto i governi, evitando l'ascesa dei partiti comunisti dei paesi europei. Sono discorsi che si sono fatti moltissime volte anche in Italia, con tutti gli attentati degli anni di Piombo.

Westland New Post
Ma non ci fu solo la pista dei servizi segreti: le ricerche si legarono anche a un gruppo di estrema destra: il Westland New Post, fondato nel 1979, all'interno di un'altra organizzazione dello stesso tipo: il Front de la Jeunesse.
Il leader di questa organizzazione, Francis Dossogne, confessò che all'interno del FJ venne creato effettivamente un gruppo militante, formato da membri della Gendarmerie belga: era il WNP. Questo quadrava le cose: la pista dei servizi segreti con Gladio e il suo legarsi ai movimenti estremisti.
Il WNP si trovò alla ribalta non solo per le stragi del Brabante, ma anche perchè venne trovato in possesso di documenti segreti relativi alla NATO e all'esercito, reato del quale venne misteriosamente assolto nonostante l'evidenza delle prove e delle confessioni.
Michel Libert, membro del WNP, confessò di aver ricevuto ordini dai servizi segreti tra il 1982 e il 1985 ma ovviamente non si spinse più in là.
Secondo alcuni, il WNP ebbe la collaborazione di un noto terrorista europeo, Paul Latinus che, finanziato dalla NATO, addestrò i membri di questa organizzazione agli attentati, che a questo punto sarebbero il pezzo mancante al piano della strategia della tensione e alla destabilizzazione.

La verità
Come tutti gli attentati avvenuti, per esempio, in Italia, la verità faticherà molto, se riuscirà, a saltare a fuori, coperta dai segreti di Stato, dai veti incrociati, dalle situazioni internazionali, dai servizi segreti e dagli eserciti nazionali.
Quello che non bisogna scordare è che 28 persone morirono come parte di un progetto di ignoti, per mano di professionisti, nella loro tranquilla routine quotidiana.