GENOCIDIO DEL RUANDA

Hutu e Tutsi

Il Ruanda, Stato dell’Africa orientale, nel 1994 è stato lo scenario di uno dei più macabri genocidi della storia: quello tra Hutu e Tutsi. Ma facciamo subito un piccolo salto indietro. Nel 1916 il Ruanda, controllato finora dai tedeschi, passa sotto l’egemonia del Belgio, il quale instaura un regime coloniale basato sulla separazione razziale e, ovviamente, sullo sfruttamento. Vennero, così, distinte tre razze: i Tutsi, gli Hutu e i Twa. Ma questa distinzione, basata su criteri somatici, non era affatto veritiera in quanto Hutu, Twa e Tutsi erano già distinti, ma come classi sociali. I Tutsi erano i più ricchi, gli Hutu la classe intermedia e i Twa rappresentavano l’ultimo gradino della scala; ognuno poteva poi, arricchendosi o impoverendosi, passare al gradino più alto o più basso. La presenza dei belgi ha irrigidito questa separazione con la conseguenza che i Tutsi rappresentavano la classe aristocratica, privilegiata, e Hutu (i più numerosi e che svolgevano il lavoro agricolo) e Twa dovevano subire i vari soprusi che ne derivavano. Questo diede il via, nel 1994, a una serie di massacri e rivolte da parte degli Hutu che, d’accordo coi belgi, presero il potere. Vennero uccise a colpi di machete e bastoni chiodati dalle 800.000 al milione di persone.

Il teatro omicida sopra descritto prende le proprie origini dal 1962 per poi continuare anche dopo il ’94. A essere coinvolti sono stati anche i Paesi confinanti con il Ruanda: l’Uganda, il Burundi, il Congo e la Tanzania. Gli Hutu si ribellano contro la monarchia dei Tutsi nel 1959, portando al referendum del ’61 con la conseguente indipendenza del Ruanda del ’62 accompagnata dallo sterminio di 100.000 Tutsi, i cui sopravvissuti scappano in Uganda e in Burundi. Proprio in Uganda continua il conflitto tra i due gruppi, che tentano vari colpi di stato che terminano con la presa al potere dei Tutsi, i quali nel ’72 uccidono 200.000 Hutu. L’anno successivo, in Ruanda, il generale Hutu Juvénal Habyarimana tenta e riesce in un colpo di stato che gli permetterà due anni dopo di instaurare un regime autoritario. Nel 1990 un gruppo nazionalista paramilitare Hutu, l’RPF, tenta un altro colpo di stato che alimenta la guerra civile per culminare nel genocidio del 1994. Habyarimana verrà ucciso lo stesso anno nell’aereo in cui viaggiava, abbattuto da un missile terra-aria.