La Micronazione Sovrana Impero dedica la Giornata della Memoria 2013 alle vittime del Massacro di Halabja ed in generale a tutti i curdi morti a causa delle azioni perpetrate dal regime del Baʿth in Irak.

MASSACRO DI HALABJA

Tra il 16 e il 17 marzo 1988, con l'indifferenza della comunità internazionale e la tutela della Lega Araba, l'Irak di Saddam Hussein mise in atto una delle più feroci azioni simbolo del genocidio dei Curdi in Irak.
Con il pretesto di punire i curdi del posto di non essere riusciti a frenare l'esercito iraniano, nel corso della guerra tra Irak e Iran, la dittatura irakena diede il via a quella che fu spacciata come punizione ma che in realtà era soltanto una delle innumerevoli azioni messe in atto per sbarazzarsi della questione curda.
Il 16 marzo Halabja venne bombardata con armi chimiche contenenti, tra le altre cose, gas nervino e iprite. Successivamente la città venne completamente rasa al suolo con la dinamite, in modo che di Halabja non restasse più nulla. I gas mortali causarono lo sterminio di più di 5.000 persone.
Le vittime saranno però circa il doppio, a causa dei gravi effetti causati dalle sostanze chimiche sganciate dagli elicotteri iracheni: cecità, lesioni inguaribili, problemi neurali, cancro. Inoltre le ripercussioni non mancheranno per le popolazioni tornate a vivere nei terrotori o per i figli dei sopravvissuti, afflitti da malattie e malformazioni.
Che tutto fosse un proseguo della pulizia etnica ai danni dei curdi sarà ancor più evidente quando, il 20 agosto 1988, gli irakeni bombarderanno centinaia di villaggi nel Badinan. Il sistema adottato è sempre lo stesso: attacchi chimici e successiva demolizione dei villaggi. I militari irakeni vengono inoltre appostati in modo da massacrare tutti i curdi in fuga dai villaggi bombardati. Il genocidio proseguirà fino al 9 settembre dello stesso anno.
Solo lo scoppio della Guerra del Golfo frenerà lo sterminio dei curdi.

Nonostante la fine della monarchia sembrò inizialmente aprire nuove prospettive per i curdi in Irak, ben presto erano cominciate le azioni contro il popolo curdo: nel 1961, infatti, sotto la guida del generale Kassem gli irakeni avevano violato ogni accordo e attuato innumerevoli azioni perpetrate fino al 1975 tra cui:
- espulsione delle comunità curde dalle aree petrolifere del Kurdistan iracheno e colonizzazione delle stesse da parte della popolazione araba;
- attentati agli esponenti di spicco della comunità curda;
- bombardamento di diversi villaggi;
- distruzioni dei campi con l'uso di napalm;
- inquinamento battereologico dei bacini idrici o chiusura, col cemento, degli stessi;
- diffusione del tifo con la liberazione nel Kurdistan di topi portatori della malattia;
Con la fine della rivolta curda nel marzo del 1975, non cesseranno comunque le azioni della dittatura irakena contro i curdi. Da allora, fino al massacro di Halabja, vennero completamente distrutti più di 5.000 villaggi e circa 20 città. Numerosi curdi vennero deportati in villaggi controllati dall'esercito, non dissimili da campi di concentramento. Il territorio curdo venne cosparso di mine antiuomo. Dal 1987 Saddam Hussein e i suoi seguaci daranno il via ai bombardamenti con le armi chimiche, di cui saranno vittime le province di Sulaimania e Arbil, i cui sopravvissuti vennero eliminati poi dai militari irakeni, che culmineranno col Massacro di Habaja.