MATHIAS ARFMANN - RECOMPOSED BY

Per una strana combinazione, ho reperito i 3 Recomposed by della Deutsche Grammophon, la famosa casa discografica di musica classica, dall'ultimo al primo: Carl Craig & Moritz Von Oswald, Jimi Tenor e ora questo di Mathias Arfmann. Addirittura del 2001, questo è il primo capitolo di una serie sorprendente, in cui si affidano le chiavi e le migliori composizioni del vastissimo catalogo della major. Vedendo quello che è successo poi, Arfmann (produttore tedesco) è quello che ha rispettato di più la consegna, andando a pescare brani famosi, del repertorio più tradizionale, che non il lungo giro nella contemporanea di Jimi Tenor e la frammentazione di Ravel e Mussorgski di Craig e Von Oswald. Mathias Arfmann ci porta nella tradizione, con il celebre Adagio di Albinoni, ritmato e scandito, in una miscela quasi da Vangelis. Ma è decisamente poco: la sinfonia n. 9 di Dvoraz viene elevata a inno americano-africano, con la contrapposizione tra canti e la colta musica del compositore polacco. Il produttore ci rivolta Mussorgski e il suo brano dai Quadri di un'esposizione, mette una spruzzata di funk (e un po' di Guerre Stellari) sui Pianeti di Holst. Divide e ripete Wagner e Rimski-Korsakov, in particolare del primo rende leggera l'ostinata pesantezza dell'overture dell'Olandese Volante, con un tocco quasi kraftwerkiano. Arfmann ci fa ballare, con le composizioni di Smetana (in cui protagonista diventa il basso) e soprattutto di Tchaikovski. E' nel Lago dei Cigni che la ricomposizione prende l'andazzo migliore, prima andando a sottolineare la composizione originale, per poi seguire una strada sempre maggiormente diversificata, andando a recuperare chitarre elettriche ed effetti elettronici. Si sfiora il sacrilego, ma il lavoro è ben fatto, in questa nuovissima interpretazione. Mathias Arfmann, in questo primo lavoro della serie Recomposed By ci ricorda la compatibilità dell'elettronica con la tradizione classica, e che il passaggio tra accordo, beat e bit non è poi così lontano come difficile.