BRIAN WILSON - THAT LUCKY OLD SUN

Smile è un discorso chiuso dalla realizzazione del progetto del 2004? Non del tutto. Nel 2006 infatti esce il 3° album solista del rinato Brian Wilson, That lucky old sun, che fin dal titolo ci riporta nel luogo del delitto: la California del suo passato. L'ambientazione, i suoni, i riferimenti sono gli stessi, ma è cambiato il piglio. Se Smile era una riedizione di materiale scritto 38 anni prima e dotato del fascino magico di un'era e di una mitologia, That lucky old sun è il prodotto di un compositore maturo e decisamente più rilassato che decide di tornare nella propria crisi per affrontarla con distacco e magari riderci un po' su. Il concept è solo accenato, senza reale soluzione di continuità (simulata da 4 pezzi narrativi) e con cambi di ritmo e di atmosfera per un album piuttosto variegato. Certo, lo stile è quello, ma ci sono novità interessanti. C'è chi considera questo That lucky old sun migliore del precedente Smle, per la maggiore spontaneità e la sensazione eterna della brutta copia dell'originale perduto che si porta dietro il secondo, io non sono tra questi, ma ciò non mi nega di apprezzare uno dei migliori album della seconda parte del decennio. Lo sguardo indietro è dichiarato: Forever she'll be my surfer girl è un vistoso riferimento al surf dei Beach Boys con soluzione di continuità. Morning beat è una Wouldn't it be nice più forte e rock, ma Pet sounds è sempre lì dietro l'angolo. Good kinda love è da questo punto di vista più particolare, come ballata maggiormente strutturata e per certi versi più moderna. Van Dyke Parks, il celebre paroliere di Smile, ci mette lo zampino in Live let live (uno dei must del disco), a completare una melodia leggerissima, con intrecci di archi e voci e un finale da manuale del pop. Ci sono episodi meno riusciti (Oxygen to the brain su tutti) ma anche brani dal grande potete evocativo come Midnight's another day e le due That lucky old sun. Il bilancio di Brian Wilson è presente in Going' home, forse il manifesto culturale del disco, dove in un brano a dir la verità non troppo bello si staglia un momento singolo, con il coro che ripercorre il momento nero della carriera del cantautore, quando a 25 anni spense la luce. Ma ora è pronto a tornare. Bentornato, mr. Wilson.