SUPERTRAMP - CRIME OF THE CENTURY

I Supetramp sono un gruppo americano, uno dei primi a comprendere la svolta che il rock progressivo, il country e il blues potevano dare a tutto l'ambiente musicale degli anni '70 prima e '80 poi. Il loro capolavoro è Breakfast in America, splendido disco country pop, dominatore delle classifiche statunitensi del 1979. Questa recensione però si ferma sulla svolta dei Supetramp, che avviene ben 5 anni prima, con Crime of the century, che si distacca dal progressive degli sfortunati primi album per arrivare a una miscelta tanto di qualità quanto vincente. La splendida School ne è la prova ed il manifesto, introduzione da film western, rock'n'roll e uno splendido pianoforte, che spazza via l'anima rock del brano per arrivare al giusto equilibirio tra jazz, pop e folk. Un capolavoro in cui tutto è al suo posto, chitarra elettrica e sax in primis. Sicuramente divertente Bloody well right, si fa sentire inizialmente la tendenza progressive per virare verso un country-rock scherzoso e coinvolgente. Richiami dei Beatles, dei Beach Boys in Hide your shell, tra chitarre acustiche, tastiera e fiati, in una canzone dalle forti tinte pop di quasi 7 minuti. Simile per durata ma non per genere Asylum, ballata con ottimi intrecci tra la batteria e il pianoforte, dotata anche di una buona interpretazione vocale (e questo per i Supetramp è anche piuttosto inedito), molto bello il climax finale. Sulla falsariga del gioco di Bloody well right c'è Dreamer, canzone scherzosa, sintetica, sincopata e interpretata da un coro quasi in falsetto. Risultato molto apprezzabile. Altri 7 minuti per Rudy, canzone sospesa tra il ritmo più lento (e quasi noioso) e momenti più veloci, in cui si fa notare il duello piano-chitarra. Anche qui climax finale, in cui il rock la fa da padrone ma con accenni anche di archi, ottimo effetto. Minore If everyone was listening, altra ballata dal sapore Beatles, mentre chiude degnamente l'album la title track (strumentlae), ripercorrendo l'ottima miscela country-rock-pop, toni quasi epici per gli archi e per il sax, nel finale dal sapore classico. Album quindi veramente molto bello, da ascoltare e riascoltare (insieme a Breakfast in America).