DONALD FAGEN - THE NIGHTFLY

Recensione assolutamente necessaria, saremmo dei barbari senza questo disco recensito (grazie a Vota DC). Spiegare perchè questo album di Donald Fagen (datato 1982) è perfetto non è semplice, ma la psicologia dell'autore, cantante e tastierista del gruppo Steely Dan, può aiutare: ha infatti una maniacale ricerca della perfezione, sonora e non. Il rulstato di tutta questa ricerca è The Nightfly, splendido disco pop ma con fortissime influenze jazz e blue's. Lo si ricorda, oltre per la bellezza, anche come primo album registato in digitale e usato ancora oggi per testare gli impianti. La prima traccia, I.G.Y. (International Geophisical Year) è un'ottima prova, che si muove tra i fiati spensierati, il virtuosismo sui sintetizzatori, il coro, la batteria non invasiva ma neanche solitaria, tutto questo registrato perfettamente, in un brano che odora di pulizia, di levigato. Più ritmata e funky Green Flower Street, costruita sull'intrecco della chitarra funky, la tastiera e la voce, fino ad arrivare a veri e propri momenti di jazz. Dal sapore più classico è Rudy Baby, canzone quasi da piano bar in cui le tastiera lasciano spazio a un più tradizionale pianoforte, anche questo deciso a ritagliarsi uno spazio da solo. La voce, in un'intonazione che sarà ripresa da Michael Bublè, accompagna quasi tutto il brano e così anche i fiati, ottimo contormo. Ballata meno incisiva è Maxine, in cui si fa notare l'ottimo sax e l'interpretazione del bravo Donald Fagen, destinata a rimpolpare un brano che senza sarebbe stato sicuramente più debole. Brano piuttosto famoso è New Frontier, sei minuti e mezzo tra scanditi dall'armonica, dal piano e dalla chitarra elettrica, in una situazione decisamente blue's. Segue la title track, dotata di ottimo ritmo, tra virtuosismi, uno splendido coro anni '70 e i sintetizzatori, per niente protagonisti ma destinati a far la loro parte tra le righe, nella classica ricerca della perfezione. Ritmi latini per The Goodbye Look, in cui si fa notare il ritmo ballabile sorretto dalla batteria e l'assolo di synth, l'unica presenza nel disco della chitarra acustica rende il brano ancora più artigianale e di grande fascino. Conclude il ritmo tra jazz e pop di Walk Between Raindrops, ritmo incalzante, di altri tempi, un organo che spadroneggia e incanta e l'ottima voce per concludere al meglio. Disco assolutamente consigliato, un capolavoro.