ENRICO RUGGERI - DOMANI E' UN ALTRO GIORNO

Domani è un altro giorno uscì nell'autunno del 1997. È in un certo senso un album "di transizione", e non solo perché segnò il divorzio dalla casa discografica CGD e il passaggio (temporaneo) alla PDU. Quest'album sancisce l'allontanamento quasi definitivo dal rock e l'approdo verso sonorità mutuate dalla tradizione popolare italiana. Segna anche l'interruzione di una consuetudine che durava dal 1991 con l'album Peter Pan, quella che il disco avesse lo stesso titolo di una delle canzoni ivi contenute. Nella prima traccia Neve al sole troviamo il Ruggeri classico, quello che canta romaticamente l'amore. Volti perduti tratta invece l'incomunicabilità e la frenesia della vita moderna; la parte musicale rispecchia appieno il testo. Quando i vecchi si innamorano è lenta e struggente. Il prestigiatore è un emblema della vita dell'uomo di spettacolo, con le amarezze che questa può comportare. ...E Geppetto rimase di nuovo solo è un seguito ideale e contraddittorio della storia di Pinocchio, mentre Il mercato dell'usato si riferisce alle persone "usate sentimentalmente". D'altra parte, Il mio cuore grande è una specie di addio, infarcito di toni di rivincita, verso un'ex, facendo così da contraltare a Neve al sole. Ne Il fantasista, dedicato (testuali parole) "a Evaristo Beccalossi, George Best, Diego Armando Maradona, Gigi Meroni e a tutti gli sregolati che hanno reso poetico il gioco del calcio", s'immagina di di seguire i pensieri di una stella del calcio durante un allenamento. Inizia e finisce come se fosse un inno da stadio. La poesia ha un'aria sognante; il ritornello è cantato da un coro. Notte di calore si riferisce ad una notte in discoteca, e al fatto che molti dei suoi protagonisti cercano di nascondere il vuoto della propria esistenza col rumore. Campiona anche una parte di musica techno e il rumore di un incidente stradale (!) L'ultima canzone è La gente di cuore, piccolo tributo a chi fa atti di solidarietà. È cantata in coppia con Marco Masini; tuttavia la sua presenza, a mio giudizio, non è un arricchimento ma un impoverimento.