FRANCO BATTIATO - Il Vuoto


 

Rock, versi cinesi, politica, sesso. Dieci Stratagemmi era partito da qui, cercando qualcosa di nuovo dopo la parentesi di Ferro Battuto... Forse insoddisfatto, Battiato cerca di tornare indietro con questo nuovo album, Il Vuoto, che (almeno così dice il cantautore) oltre che il titolo è anche il filo conduttore di tutto l'album. Risultato quindi un mix tra elettronica e sinfonica, con aggiunta di qualche band del rock italiano underground, che per me si poteva risparmiare. La title track, che apre i 9 brani di questo disco, è sicuramente una delle migliori, tra atmosfere metropolitane e frenetiche. Segue E i giorni della monotonia, altro brano buono, che dimostra un po' questo senso di vuoto "gli attimi vissuti intensamente sono spenti". Meglio ancora Aspettando l'estate, almeno dal punto di vista musicale e vocale, ci spostiamo anche su tematiche più romantiche. Tiepido aprile ricorda un po' l'era prima de L'Imboscata, con quei brani acustici, quasi di solo pianoforte, non è una delle mie preferite. Molto meglio The game is over, che riprende un po' il discorso interrotto con Il Vuoto, unica nota negativa è la voce femminile, che stona, forse volutamente. Stesso discorso Era l'inizio della primavera, che sarebbe molto migliorata. Chiude Stati di gioia, che dopo Il Vuoto e The game is over, è sicuramente la più riuscita. Un classico lento di Battiato, preziosissimo, ricco di citazioni e di musicalità. Il Vuoto quindi, concludendo, è un buon album, sicuramente meglio dei suoi predecessori, ma poteva sicuramente venire meglio, forse con il solo Battiato (e il fido compare Sgalabro).

Duck Luca