GARBO- BLU

Torno a recensire, con un disco che avevo un po' scordato...ma ieri prima della partita me lo sono rilanciato. Garbo, dopo il 1986, era rimasto un po' spaesato dalla fine degli anni '80...incominciava per lui un periodo ombroso con produzioni indipendenti, rarissime e a volte anche trascurabili. Un periodo che č andato fino alla fine del millennio, in cui gią la pubblicazione di "Grandi giorni" nel 1998 lasciava qualche speranza. Ma 4 anni dopo arrivava la fine, con questo magnifico album: Blu. Arriva nuova ispirazione, nuova gente (come Morgan dei Bluvertigo e Luca Urbani dei Soerba) e finalmente il comaso centra un colpo. Quasi da concept, il tema predominante di tutto l'album č la notte, il blu, con sfondo rock e da new wave degli anni 2000. Niente revival, tutto originale. Lo si sente perfettamente in apertura, con Niente di pił, nel primo singolo Un bacio falso (di discreto successo), in cui si intrecciano tematiche romantiche. Ma anche la solitudine, lo smarrimento (Per me, Le strade blu) in brani complessi e sperimentali. Spazio anche a brani di pregio, come la tenerezza di Un fiore in cittą, la dance distorta di L'altra zona. I veri capolavori tuttavia arrivano dopo con Da qualche parte, di cui un Garbo da Oz, riprende i suoi legami con il passato e mette insieme una sequenza perfetta di synth pop. Un po' vintage ma imperdibile. Ma anche Migliaia di rose, dove la notte domina davvero, in cui si gioca con le contraddizioni (anche musicali). Sarą il secondo singolo, anche con questo non snobbatissimo con il suo Ep. Blu quindi č l'uscita dal tunnel dell'artista che, nel nuovo millennio, torna a far parlare di sč con un grande disco.