JUST JACK - OVERTONES

"Non ho mai avuto eroi e non ho mai voluto essere come gli altri cantanti. Non sono affiliato a nessuno, non appartengo ad alcuna gang, non faccio parte di alcuna scena, e non ho un sound che sia immediatamente riconducibile a una qualsiasi scena musicale. Sono semplicemente Jack” (Just Jack)
Così si presenta il nuovo fuoriclasse del pop alternativo e sperimentale, un artigiano della musica che fa tutto da solo: Suona, produce, scrive, compone, produce, missa e si promuove pure. Direttamente dall'Inghilterra arriva il nuovo divo dell'air play radiofonico. Overtones è il suo biglietto da visita. Partiamo dal fondo dando il giudizio complessivo su quest'album: io che sono un musicista e un metallaro convinto, mi sono lasciato catturare dalle atmosfere di questo disco, in bilico tra soul, funk, trip-hop, rap, jazz, psichedelia ed elettronica. Il giudizio è assolutamente positivo, Overtones è un viaggio nella mente di uno dei cantautori più bravi della scena Vecchiocontinentale e ogni amante della buona musica dovrebbe per lo meno ascoltarlo qualche volta, anche se più si procede con l'ascolto e più viene voglia di riptere l'esperienza. Detto ciò, passiamo con la recensione traccia a traccia. La prima, Writer's block, è un ottima traccia che mischia il funk della linea di basso, gli archi e i cori del ritornello in stile anni '80 e atmosfere pacate, che introducono il disco in maniera tranquilla. Glory Days è un'ottima prova di Trip-hop mescolato con una buona dose di rap che assieme ad un ritornello dai richiami più hiphoppettari mescola un eccellente background di tastiere d'atmosfera. La terza traccia Disco friends è una canzone soul caratterizzata da un hand clap dal ritmo calmo; il ritornello ricorda la disco anni '80 e le voci ipereffettate della trance più commerciale. Arriviamo dunque al singolo, Starz in their eyes, una traccia che accosta una chitarra tipicamente funky ad un cantanto e metà tra il rap e la musica disco dai "repeat refrain" moderna; un pezzo che tutti hanno sentito in radio almeno una volta e siamo sicuri sentiranno ancora e ancora, soprattutto questa estate; lo stacco centrale, con l'arpeggio ultraeffettato di chitarra non può non richiamare il funky anni ottanta della miglior fattura. Lost si apre con un campionamento di zapping televisivo: è la canzone più cupa dell'album, una canzone rap che ricorda tanto "Stan" di eminem, con un buon basso che fermandosi completamente sulle ultime due corde, contribuisce a rendere questo senso "da colonna sonora": il ritornello sembra uscito fuori da un "gansta film" americano di quelli che si facevano negli anni '90. Il pezzo numero 6, I talk too much, mostra l'origine del nostro Jack, cioè quella del Dj, per quello che riguarda la musica, che mischia un semplice campionamento di batteria ad un hand clap secco, mentre la voce, scracchata e i semplici fraseggi di sintetizzatore ci fanno sentire a metà tra un concerto di Jamiroquai e un pezzo di Drum and Bass. Di nota il piccolo assolo di chitarra che sembra uscito direttamente dalla mente dei Chemical Brothers! A metà canzone ci si ferma e si passa ad un assolo di sax jazz, e l'atmosfera passa, senza batteria, ad un pop-jax-funk davvero azzeccato. Hold On è una ballata estremamente "brit-pop" per chitarra dove una multitraccia vocale anticipa una delle canzoni più commerciali ma anche più studiate dell'album. Con Symphony of Sirens passiamo direttamente all'elettronica he si mischia eccellentemente con il pop e un tocco di hip hop; forse il pezzo più debole dell'abum. Si passa poi alla track n.9, Life Stories, che sembra uscita direttamente da una sala da ballo anni '80 e ricorda da vicino la disco funk di quell'epoca, con tutte le atmosfere ad essa connesse. No Time è una tipica canzone alla Jamiroquai: se non fosse per la voce di "semplicemente Giacomo", o il coro femminile che fa da sfondo al ritornello, chiudendo gli occhi sembrebbe di essere di fronte alla funk-band più grande del mondo. Mourning Time è il tipico brano pop inglese, che dimostra le buone doti di cantante e compositore di Jack: buona la sezione degli archi. Spectacular Failures è invece un brano lento ed hip hop, che ricorda davicino alcune produzioni americane come Nelly o Andrè 3000 al suo meglio. Insomma, concludendo, ribadisco: un disco da ascoltare perchè la musica commerciale non è mai stata così bella (e se lo dico io, che mangio pane e musica alternativa, fidatevi )