KRAFTWERK - Autobahn




Si dice che la prima volta che si ascolta The dark side of the moon si rimane incantati, paralizzati... A me è successo ascoltando questo stupendo album di musica elettronica, datato 1974, dei Kraftwerk, che dopo Ralf und Florian hanno abbandonato la sperimentazione (con l'ultima opera splendida che probabilmente recensirò) per creare la versione completa del proprio sound in un'opera destinata a rimanere nella storia delle composizioni musicali. 42 minuti quindi sul confine tra classica, elettronica, jazz e pop, in 5 canzoni, dominate dalla lunghissima title track (ben 22 minuti e 40 secondi). Ed è proprio Autobahn che rimane impressa in tutta la sua sterminata lunghezza e complessità (e semplicità, nei suoni, nella composizione) intrecciando flauti, sintetizzatori, vibrazioni, voci e variazioni sul tema autostradale (e sulla frase ricorrente Wir fahr'n fahr'n fahr'n auf der Autobahn, noi viaggiamo in autostrada). La prima volta che la si sente è un'esperienza, un orgasmo, le altre un'odissea attraverso una delle migliori melodie della storia. Si deve però proseguire nel viaggio di questo album verso atmosfere cupe, cacofoniche della prima parte di Kometenmelodie che ne introduce una più solare e ritmata (che prende molto da Kristallo, del 1973). Poi l'ultima sperimentazione cioè le sempre più tenebrose effettistiche di Mitternacht per poi finire con Morgenspaziengang, finale acustico, sinfonico, senza elettronica, per ccalmare la mente e chiudere il sogno di questo album. Al pari di Trans Europe Express, Autobahn rappresenta il meglio della produzione Kraftwerkiana di tutti i tempo, consigliatissimo.

Duck luca