MAGNETIC FIELDS - 69 LOVE SONGS

Stephen Merritt è un pazzo. Che senso ha fare 69 canzoni tutte sull'amore? Lo sanno tutti che il rischio di scrivere banalità, ripetersi, risultare melensi è altissimo e sempre dietro l'angolo. E' proprio un pazzo. Tre cd che raccontano il sentimento più abusato del pop mondiale, pure da una qualsiasi cantante da 4 soldi, 23 canzoni l'uno con precisione chirurgica. Da Absolutely Cuckoo a Zebra in un finto ordine alfabetico. E pretende pure di essere vario! Chiama amici, fa provini, cerca vecchi collaboratori per cantare, usa strumenti molto diversi (dalle fisarmoniche ai sintetizzatori, passando per gli ukulele). 69 Love Songs, album dei Magnetic Fields (praticamente un soprannome di Merritt) uscito nel 1999 è un enorme affresco dell'amore in tutte le sue forme. Amori etero, gay come chi li ha scritti, bisex, ce n'è per tutti. Punti di vista maschili e femminili come le voci che si prestano. Ma è anche un gran disco, uno degli inossidabili capolavori del pop, provate ad ascoltare Sweet-lovin' man e ammiratene la classicità, l'intuizione del ritmo, la contrapposizione tra il limpido flauto e una chitarra alquanto distorta. Le contorsioni della fisarmonica di Love is like jazz, tanto assurda quanto particolare, i movimenti new wave di Long-Forgotten Fairytale e tutta la sua carica, la ballata dal sapore malinconico e rock di Epitaph for my heart oppure l'esoticità di The sun goes down and the world goes dancing. Ballate (elettroniche come I can't touch you anymore e It's a crime), intermezzi (come Experimental music love) e piccole perle acustiche (Absolutely Cuckoo, A pretty girl is like...) completano un'opera pantagruelica. Sì, c'è da gridare al capolavoro. Perchè spesso solo i pazzi ne sanno fare.