MICK HUCKNALL - TRIBUTE TO BOBBY

Voleva fare l'indipendente e c'è riuscito. Sin dai tempi di Life, l'album capolavoro dei Simply Red, la mano e la presenza di Hucknall s'era intrufolata in tutti gli aspetti del gruppo, sempre più soggetto alla sua leadership indiscussa. Cambi di musicisti, produzioni con i suoi fidati collaboratori, stili decisi a tavolino. Lo scioglimento era in agguato da parecchio tempo ma nessuno ne parlava, d'altronde molte band si evolvono con uno o più membri storici e altri a rotazione. Eppure la notizia c'è, i Simply Red si scioglieranno nel 2009 dopo l'ultimo tour (e probabile annessa raccolta). Cosa rimane? Mick Hucknall solista. Non è un gran cambiamento, lo stile rimane pressochè quello anche se viene allontanato il pop da sfondamento per abbracciare un progetto, probabilmente singolo, di tributo a Bobby Bland, dio minore del r&b degli anni '60. Naturalmente, qualche innesto di novità nelle sonorità, diciamo attualizzate. Dodici brani che però continuano a risentire della soffitta da cui sono stati presi, sia per la lunghezza (pochi superano i 3 minuti e mezzo) sia per la voce, tenuta volutamente bassa, per i cori e tutta la strumentazione, ricca di fiati e con qualche innesto di chitarra elettrica. Non si poteva pretendere di più diciamo in questo senso, si sapeva cosa ne sarebbe venuto fuori e forse, da questo punto di vista è stato fatto un buon lavoro. Ma se stacchiamo la lente e isoliamo il disco, le lacune arrivano subito. Le ballate, come Chains of love e Lead me on, sono state già prese come ispirazione per 20 anni di Simply Red, non si può pretendere di ripresentarle in forma originale. L'eccessiva commercializzazione di questi brani anni '60 ne ha anche tolto parte del fascino (meglio ascoltarsi Van Morrison, a questo punto) come già accaduto con Michael Bublè e altri coverizzatori. Qualcosa di buono comunque si sente, il singolo Poverty presenta le novità maggiori, con la sempre ottima voce di Mick Hucknall sommata anche a un pianoforte e a un ritmo dinamico nient'affatto male. Anche Farther up on the road e Ain't that lovin you , con qulche guizzo di swing, ha del fascino chiaramente retrò, mentre Yolanda presenta sonorità più rock e meno da piano-bar. Ma rimane qualcosa. Mick Hucknall quindi, come si poteva intuire dall'ultima fatica dei Simply Red Stay, non ha molto le idee chiare sul suo futuro, saltando da un genere all'altro senza tuttavia lasciare segni tangibili. A questo punto speriamo che la fine totale dei Simply Red possa liberare nuovamente una creatività che sono anni che non trova una via di sfogo decisa e risultati come quelli di un tempo.