PANTERA - COWBOYS FROM HELL

Ave, posto la prima di una spero lunga serie di recensioni in ambito metal. Oggi recensisco un must, l'album che ha segnato la storia di questo gruppo ma soprattutto del genere: Cowboys from Hell, dei Pantera. I Pantera erano (si sono sciolti nel 2003) un gruppo nato a Pantego, in Texas. Di seguito, la genesi: Due fratelli, Darrell Lance Abbott e Vincent Paul Abbott, erano figli di un importante gestore di una casa discografica locale. In questo luogo, poterono veder provare molti chitarristi blues ma soprattutto i Kiss, di cui Darrell divenne presto un accanito fan. Per emulare i loro idoli, chiesero in dono al padre uno strumento musicale, una batteria. Ma vedendo che Vincent era molto più bravo e veloce nel suonarla, Darrell chiese al padre un'altro strumento, una chitarra per l'esattezza. Senza bisogno di alcuna lezione, Darrell perfezionò il suo stile fino a vincere numerose gare regionali. Con i soldi vinti, poterono comprare strumenti per mettere sù il loro gruppo: nacquero i Pantera, che esordirono con suono glam metal per poi sfociare in un grandioso thrash metal di cui questo album è un chiaro e bellissimo esempio:
Tracklist:
1. Cowboys From Hell
2. Primal Concrete Sledge
3. Psycho Holiday
4. Heresy
5. Cemetery Gates
6. Domination
7. Shatteres
8. Clash With Reality
9. Medicine Man
10. Message In Blood
11. The Sleep
12. The Art Of Shredding
Il disco si apre con la title track Cowboys from Hell, traccia dal testo e melodia orecchiabile e facile da ricordare. Uno dei pezzi più famosi dei Pantera. Segue Primal Concrete Sledge, potente batteria che assomiglia molto ad una simil-centaurata. Psycho Holiday e Heresy hanno una tipologia molto simile sia in melodia ma soprattutto in testi, ambedue intensi e molto profondi. Il tutto si ferma per un attimo con Cemetery Gates, il brano a mio avviso, più bello del disco ma del gruppo in assoluto. Un riff mozzafiato nel centrale e testo bellissimo che richiama il tema della morte. Segue ancora Domination, dal suono frenetico alla Fucking Hostile (bravo d'anni successivi, dell'album Vulgar Display of Power). La sette, Shattered, richiama molto il suono e la voce dei Judas Priest, con la particolarità dei riff di Darrell. Gli altri brani sono simili tra di loro.