PET SHOP BOYS - YES

C'è una cosa da prendere per buona: i Pet Shop Boys non cambiano, è da Very che il gruppo sforna, con una cadenza quasi regolare, un album con una decina di canzoni in pieno stile del duo composto da Tennant e Lowe. Ce n'è un'altra su cui si è discusso raramente: i capolavori non vengono da quasi 20 anni (il mio è Behaviour, datato 1990, per altri è Introspective del '88). Detto questo, cosa ci rimane di questo 10° album di studio, uscito due settimane fa? Più di quello che ci si potrebbe immaginare: Yes è la conferma pop (dopo due episodi leggermente meno classici come Release e Fundamental), la catarsi sintetica, la voce del maestro nel decennio che più ha preso dagli anni '80. Non esaltiamoci troppo, Yes è un album fin troppo semplice, di consistenza quasi gommosa che difficilmente potrà essere ricordato come una delle opere migliori dei PSB, tuttavia è un ascolto gradevole, di grande freschezza e spensieratezza. Manca un po' la continuità, brani decisamente minori (Beatiful People, Vulnerable, The way it used to be che a tratti ricorda l'ultima zampata di Madonna Hung Up) si alternano a prove discrete (Bulding a wall, Legacy, Pandemonium) e a canzoni di spessore. Tra queste vale la pena citare All over the world, con campionamenti di Tchaikovsky, More than a dream classico dell'ultima maniera come poteva esserlo A red letter day, la bellissima King of Rome che ricorda i bellissimi episodi più melodici di Behaviour. A mio parere il vertice assoluto dell'album è raggiunto con Did you see me coming?, in cui rieccheggia il capolavoro che fu End of the world, in una sorta di redifinizione del pop del nuovo millennio. Il primo singolo estratto è Love etc, prodotto (come altre) dal nuovo guru della classifica inglese Xenomania.