CESARE PICCO - LIGHT LINE
Nella mia recensione di Joy, di Giovanni Allevi, il pianista che ultimamente riscuote consensi in tutto il mondo, avevo accennato a un altro pianista: Cesare Picco.
Questo è sicuramente di fama più modesta, in Italia lo si ricorda per lo spettacolo La Bibbia ha (quasi) sempre ragione, di Gioele Dix e come spalla ad alcuni concerti (io lo conobbi in quel caso, infatti).
In Giappone invece il suo precedente album My room è stato un successo clamoroso, sulle note del delicato e ritmato singolo Seguimi.
Nel 2007 è uscito questo nuovo album, Light line, molto più jazz rispetto a Joy, in cui il pianoforte la fa nuovamente da padrone.
Ed è difficile non rimanere impressionati, dalle note retrò de L'orologio, una prova di stile tra monotonia (poca) e virtuosismo (molto); dalla lenta atmosfera e la batteria di Un attimo, dai giochi dal sapore latino di Bluewave e di El Hombre Lobo.
Un album in cui domina la leggerezza, la delicatezza, ricorda quasi Petrucciani, riscontabile soprattutto in The river e Whisper.
C'è anche spazio per momenti più riflessivi e tristi, come nella splendida Camelia o ne Il tuo respiro.
Nota a parte merita Sambaista, forse insieme a Camelia il meglio dell'album, con rari effetti elettronici e un ritmo vivace e divertente.
Cesare Picco forse meriterebbe maggiore considerazione, anche se questo Light line è sicuramente più considerato del precedente My room, per fortuna.