MAX RAABE & DAS PALASTORCHESTER - SUPERHITS

Come avrebbe suonato Oops, I did it again se al posto di Britney Spears l'avesse cantata Britta Spirsch (Colonia 1905 - Berlino 1982)? La risposta ce la dà parzialmente un cantante tedesco: Max Raabe, che passa con disinvoltura dal cabaret degli anni '20, all'opera di Kurt Weill, ai musical di Irving Berlin alla classica canzone italiana (alla Parlami d'amore Mariù, per intenderci). Uno dei suoi progetti più conosciuti però parte da basi completamente diverse: le più grandi hit di questi anni. Superhits è infatti un album di cover datato 2001 contenente retrovisioni anni '20 di Britney Spears, Tom Jones, Prince, musica dance, inni rock, grandi successi internazionali suonati da un'orchestra in perfetto stile Repubblica di Weimar. E' il suo lavoro più conosciuto grazie anche alla pubblicità (la sua Sex Bomb passò per mesi grazie a uno spot della FIAT), mentre il suo lato serio è a beneficio più che altro della Germania. Raabe è un artista sornione con arrangiamenti interessantissimi ma senza perdere l'ironia del progetto, con un'interpretazione vocale di alto livello, iperbolica e dissacrante. Senza pensare a sacrilegi, Max Raabe è capace di rileggere We will rock you dei Queen come canzonetta decadente, Kiss di Prince senza prenderla troppo sul serio, senza utilizzare il prevedibile falsetto (lasciato solo ai coristi) o Super trouper degli ABBA come una festa di paese. Il lavoro è impeccabile e l'orchestra sprizza classe nei momenti più impensati, come in Ich liebe disch (dove si può seriamente apprezzare la bravura di Raabe) o negli arrangiamenti dei fiati in Supreme di Robbie Williams. La sua Sex Bomb, ormai quasi un classico, suona meglio dell'originale di Tom Jones e Mousse T., con un incedere funky e un'atmosfera da Sorelle Bandiera. Risulta particolarmente azzeccata la scelta di Mambo N. 5 di Lou Bega forse per l'universalità del ballo, capace di sprigionare nuove energie in questa versione più classica e ballabile. Ma non scordiamoci della dance, presente in due brani: Blue (Da ba dee) degli italiani Eiffel 65 e Around the world (La la la la) dei tedeschi ATC. Troviamo archi e trombe in sordina tra i beat familiari, con cori superbi, in una discoteca con sigarette con bocchino e musica dal vivo. Canta un signore impassibile, eseguono 12 persone con strumenti del periodo. La loro è musica del futuro, ma se ne accorgeranno tutti? E per quanto riguarda Oops, I did it again, non vi resta che sentirla.