SCORPIONS & BERLINER PHILARMONIKER - Moment of glory


 

Nati sul finire degli anni '60, gli Scorpions sono una band storica del rock/hard rock e una delle maggiori icone musicali tedesche. Guidati da Klaus Meine e la sua voce acuta sono autori di numerosi successi come Rock you like an hurricane, Still loving you ma soprattutto Wind of change. Moment of glory non č perō nč un album nel senso classico del termine nč un greatest..č, come intuibile dagli autori, un connubio tra la musica classica (dell'Orchestra di Berlino appunto) e il rock degli Scorpions. Uscito nel 2001 era concepito come colonna sonora per l'Expo della capitale tedesca appunto perchč considerati uno dei maggiori gruppi teutonici, per la cronaca alla fine la spuntarono i Kraftwerk con la loro Expo 2000 e per gli Scorpions non rimase che lanciare l'album senza la fiera. Come spesso accade, l'unione tra l'orchestra e la band rock č riuscitissimo e l'album intero č molto bello. Si inizia con una parte orchestrale, come per dichiarare subito le intenzioni dei tre quarti d'ora che seguiranno, di Hurricane 2000 (rimaneggiamento di Rock you like an hurricane), l'unica critica personale č il risultare ostico delle parti pių movimentate, senza pių tocchi di musica classica. Proseguiamo con la title track: Moment of glory, pių lenta, ma meno soddisfacente della bellissima Hurricane. Concludono cori femminili e flauti, con delicatezza. Parte poi Send me an angel, possente, poderosa e arricchita dalla partecipazione di Zucchero, con una parte orchestrale che trabocca nei 6 minuti di questa splendida canzone. Le due voci si amalgamano in un contrasto di grande effetto. Parte un altro degli alfieri dell'album: la versione di Wind of change: qui i minuti si fanno quasi 8 con una lunga introduzione. Il pezzo era chiaramente bello di per sč ma la presentazione in questa elegantissima veste fa davvero sognare. Seguono due brani strumentali (Crossfire e Deadly long suite) : gradevoli, di ispirazione appunto tedesca, migliore sicuramente il 1°, meno pieno di sonoritā troppo hard-rockeggianti. Altra ballata Here in my heart, una parte pių debole delle altre ma che sembra annunciare lo splendido finale con Still loving you , trascinante, Big city nights, invece meno di effetto ma in grande velocitā e soprattutto Lady Starlight, che dopo un'introduzione quasi orientale che prelude in una melodia storica, commovente (degna delle migliori splendide ballate di Zucchero), sognante. Un album consigliatissimo (consigliatomi da Elion ) e che merita sicuramente un ascolto anche per chi, come me appunto, non č un patito del genere

Duck Luca