SIMPLY RED - A new flame




Dopo l'esordio con Picture Book nel 1985 e lo spensierato Men and women del 1987 ecco che i Simply Red effettuano una breve svolta prima di approdare nel magistrale pop di Stars e Life. La svolta consiste nel conciliare il soul di prima esperienza con rock, pop e cover d'autore. Il prodotto è uno dei migliori album del gruppo inglese, l'ultimo gradito ai cultori della musica nera e l'ultimo a sbarcare trionfalmente nei gelidi Stati Uniti: è A new flame, datato 1989, si compone di dieci tracce. L'inizio, con una tromba solitaria, è con It's only love, sintesi magistrale dell'album con percussioni violente e chitarre funky. Segue A new flame, la title track, singolo di successo ma meno incisivo del primo, il ritmo è simile ma la canzone decisamente più allegra, un mezzo passo falso. Su You've got it bisogna invece fermarsi di pop: brano pop splendido, ballata romantica dotato dell'ottima chitarra di Heitor T.P. appena entrato nel gruppo: capolavoro. Sonorità che ricordano invece il classico Men and women per To be with you, non un capolavoro ma non poi così male, buona la sezione fiati. Più soul è More, recentemente riproposta in Simplified, una canzone cupa, con un sound inconfondibile e particolare e completato dall'ottimo lavoro delle coriste che completano la voce di Hucknall che arriva a punti altissimi. Nuovamente soul per Love lays its tune, che ricalca il fedele modello dell'album. Completamente fuori invece She'll have to go, uno dei brani inverosimilmente più rock di tutta la carriera dei Simply Red, il risultato non è troppo buono. Il finale dell'album è comunque spettacolare: abbiamo una (se non la migliore) delle canzoni più belle di tutta la storia del gruppo di Manchester: If you don't know me by now, cover dagli anni '70 ripresentata in maniera impeccabile, un inno alla dolcezza con una voce stupenda. Chiude l'album un pezzo sicuramente meno famoso ma altrettanto bello: Enough. Qui la fusione tra soul, pop e rock si amalgama perfettamente, creando un brano indimenticabile, l'assolo poi finale con il sax di Ian Kirkham è uno dei più belli. Dal vivo è spettacolare. Album quasi perfetto anche se io gli preferisco il più "architettonico" Life.

Duck Luca