STING - BRING ON THE NIGHT

I Police si sono sciolti? Sting non ne esce sicuramente male e dopo un album come The dream of the blue turtles, si reinventa letteralmente. Il risultato è un live, in cui, tra jazz, pop, reggae e rock, l'artista dà il meglio di sè, con dietro una band fenomenale. Veramente prova di grande talento un disco come questo che riscosse, anche senza singoli o promozioni, un buon successo. La dichiarazione di intenti è percepibile fin da subito con il medley Bring on the night e When the world is running down you make the best of what's still around, perfettamente amalgamate e unite da un piano jazz di grandissimo livello e maestria, ma anche tutta la sezione dei fiati. Un brano freschissimo, energico e perfetto. Più calmo Consider me gone, dominato dal sax e dalla voce che si unisce, gentilmente, alle coriste. Sulla stessa riga anche la bellissima Low life e We work the black seam. Ritorno a ritmi frenetici e intensi invece con Driven to tears, con un grandioso lavoro di batteria, oltre che del solito femonemale sax. Medley più strano del primo quello tra The dream of the blue turtles e Demolition man, che da suoni sicuramente più old style si ritorna a ritmi di "policiana" memoria con la seconda canzone. Ancora frenesia, in un crescendo che mette fine alla prima parte. Terzo e ultimo medley quello tra One world (not three) e Love is the sewenth wave, dove si riscoprono le atmosfere reggae, per 11 confusissimi minuti, dove i due brani si intrecciano. Molto più cupa Moon over Bourbon street, seguita da I burn for you. Pop, con influssi latini e jazzistici, per Another day, altro grande brano godibile ed ascoltabile. Ma non è finita: Sting ci regala anche la stupenda Children crusade, che già dal capolavoro da studio, qui diventa ancora più bella ed elaborata. Ovviamente l'assolo di sax la fa da padrone. Chiudono Down so long e la classica conclusione alla Police: Thea in the sahara. Disco dal vivo bellissimo, uno dei migliori di Sting