TEARS FOR FEARS - SONGS FROM THE BIG CHAIR

Songs from the Big Chair è un album del 1985 ed è considerato, almeno da chi (ai tempi) me lo consigliò, come uno dei più grandi esempi musicali degli anni '80, insieme a pochi altri album (Steve McQueen, appunto, Vienna degli Ultravox!, New gold dream dei Simple Minds, Rio dei Duran Duran...) Dopo un annetto che mi è arrivato questo consiglio, dopo Donnie Darko, eccomi quindi a recensire l'album della grande sedia. Non chiedetemi che voglia dire il titolo, anche se mi pare di aver letto che venga da un telefilm...E' il secondo album dei TFF, dopo The hurting, del 1983 ed avrà un grande successo sia commerciale sia dalla critica. Successo appunto di pubblico, anche grazie a canzoni come Shout, martellante pop rock per una durata di 7 minuti, un pezzo veramente importante per i TFF e per l'album. Arriva anche The working hour, ancora 6 minuti e mezzo, ricchissimi e di grande impatto, tra il pop, il soul e un sax che, nella parte finale, arriva davvero ai massimi livelli. Capolavoro. Brano più fresco, ma non per questo bello, è la storica Everybody wants to rule the world, che tutti dovremmo più o meno conoscere, un pop, con guizzi funk e con qualche tocco sintetico, di facile ascolto e con ritmo accattivante, ce ne fossero ancora di canzini pop così . Segue Mothers talk, ma non aggiunge nulla, e I believe, una ballata vecchio di stile, più una prova di stile (o di forza) che altro. Ma seguiranno 3 brani che consacreranno ancora di più (dopo i primi 3) questo album come perla. I primi due possiamo considerarli un tutt'uno, si tratta infatti di Broken e di Head over heels, stranamente presentata dal vivo, una concatenazione dove il rock del primo confluisce nella splendida atmosfera, più soft, del secondo. Le lodi si sprecano. Chiude la quasi strumentale e splendida Listen, uno dei brani migliori e che elevano i TFF non solo a gruppo commerciale o a stereotipo, ma a qualcosa di più. La grande sedia dà veramente soddisfazioni.