TROUBLEMAKERS- EXPRESS WAY

Ci sono molti gruppi, molti dei quali sconosciuti, dal nome Troublemakers. Quello di questa recensione è un trio francese, alfiere della sperimentazione (poca) della Blue Note, la più prestigiosa etichetta jazz. Il trio, felice di avere la libertà di produrre qualsiasi cosa, produe questo Express Way, nel 2004, un album/colonna sonora (il cortometraggio si trova nella versione deluxe) di cui è impossibile tracciare un genere, tale è la varietà delle tracce presenti. Infatti il reading di Everyday it's just an extension of yesterday, su atmosfere in cui si intrecciano archi, elettronica e una sezione ritmica (nella seconda parte) che richiama più l'hip hop, si affianca il jazz elettronico di V72 e di Le Bocal. Anche hip hop di gran classe, su basi elaborate e molto variegate, come in Everywhere is my home (uno dei pezzi migliori del disco), And music everywhere e Race records. Non mancano le emozioni, con i pezzi più soul, come All we love e il suo finale interamente strumentale, le voci femminili retrò, come Lemon, un omaggio a Marvin Gaye, incentrato più sulla voce. Spazio anche a ritmi orientaleggianti e pieni di sperimentazione, come nella bellissima Shadow hights, uno dei pezzi più interessanti e divertenti, in tutti gli 8 minuti di Afghan, insieme di percussioni in molte varianti o leggermente in God bless bille (unico pezzo in francese). Spazio anche per forme di jazz più tradizionale, come nello splendido sax di Call and response, nelle chitarre acustiche, tutti gli archi di County farm. Un album quindi pantagruelico, mai monotono e molto vario, per chi di un solo genere a volte, non ne ha abbastanza.