US3 - HAND ON THE TORCH

Prodotto dalla Blue Note, la storica etichetta jazz che proprio in quegli anni ricominciava a farsi sentire, Hand on the torch è il primo album degli americani US3, duo in bilico tra la passione per il jazz (appunto) e l'anima rap. Uscito nel 1993, ha sicuramente il merito di aver fatto riscoprire (anche grazie al grande successo che ai tempi fece la loro versione di Cantaloupe Island di Herbie Hancock) le vie di un genere sempre più allo sbando al grande pubblico e alle nuove generazione, pronte per uno scenario, quello attuale, sicuramente più ricco e con notevoli spunti. Il disco è quindi un insieme di jazz, campionature d'autore, rinnovamenti e testi rap su musica colta. Il risultato tuttavia non èdei migliori, se infatti Cantalopp (Flip Fantasia) era una buona intuizione su un motivo orecchiabile e un addattamento degno, il resto lascia a desiderare. Le sonorità groove di I got it goin' on, le percussioni e le atmosfere anni '30 di It's like that o il suono ovattato di I go to work, non riescono a convincere, nonostante sia visibile lo sforzo. Molto meglio l'atmosfera più funky di Make tracks oppure l'altro grande riadattamento (lo sono quasi tutti, ma pochi riusciti) di Eleven long jears, ispirato dall'immortale Song for my father di Horace Silver. Quindi un album che ha avuto la sua importanza storica, ma che musicalmente ha dietro ben poco. Un ascolto comunque a Cantaloop e Eleven long years andrebbe comunque dato.