BLACK SABBATH


Biografia

I primi passi della Band
Tutto nasce nel 1967 quando il cantante Ozzy Osbourne decide di dare vita ai Polka Tulk, una blues band che in un primo momento annoverava nelle sue fila Geezer Butler al basso, Tony Iommi e Jimmy Philips alle chitarre e Bill Wird alla batteria, in più un sassofonista che ben presto abbandò la band insieme a Philips. Dopo questo cambiamento i Polka Tulk continuarono in quattro acquisendo il nome di Earth. Nel 1969 Tony Iommi ebbe una breve parentesi con i Jethro Tull. Poco dopo il ritorno di Iommi la band pensò di catalizzare l'attenzione crescente dei giovani per l'occulto, cambiando nome in Black Sabbath, prendendo spunto da un film degli anni 30 con Boris Karloff. Così inizia la storia di quella che ormai appare scontato definire la band base di ciò che chiamiamo Heavy Metal.
Era il 1970 quando la band sfornò l'omonimo debut. Pioggia e campane funeree aprono il disco, poi un riff inquietante e la voce di Ozzy che ricca di pathos recita 'Black Sabbath'. Seguono 'The wizard' e 'Behind the wall of sleep' divenuti dei classici per diverse generazioni caratterizzate da ritmiche e sound molto hard rock. 'N.I.B.' ripropone la chitarra di Iommi protagonista di un riff storico e di un assolo spettacolare. La calda chitarra di Tony Iommi, il basso boogie di Geezer Butler e la batteria monolitica e ossessiva di Bill Ward accompagnavano l'acuta e tremante voce di Ozzy Osbourne. 'The wizard', 'Evil woman', 'Behind the wall of sleep' sono dei classici per diverse generazioni. La struttura dei pezzi è ancora molto blues e gli assoli sono ancora minimali rispetto a quelli che carratterizzavano le songs dei Led Zeppelin, ma ben legati a quella che era l'atmosfera che la band evocava. Si narra addirittura che Iommi si sarebbe tagliato i polpastrelli delle dita per suonare meglio... L’album arrivò all’ottavo posto nelle classifiche britanniche.

Il consolidamento nel panorama musicale
Dopo pochissimi mesi (siamo sempre nel 1970) esce "Paranoid" altra pietra miliare della band. 'War pigs', o Walpurgis, prima versione della canzone, sarebbe dovuta divenire la title-track del disco, ma la compagnia discografica consigliò 'Paranoid', che all'inizio non era nemmeno stata inserita nel cd! 'Planet caravan', 'Iron man', 'Hand of doom' sono le perle di un'album che rasenta la perfezione e la band si impone definitivamente nella scena europea (per diverse settimane l'album fu secondo anche nelle classifiche italiane!). Iniziano a calcare i più importanti palchi riscuotendo un vasto successo con l'originale miscela di hard rock cupo e ossessivo.
L'anno dopo diedero alle stampe "Master of reality" di 'Into the void' e la strumentale 'Embryo'. Ma fu 'Sweet Leaf' ad attirare su di se un mare di critiche: accusata di essere un vero e proprio inno alla marijuana. Con "Vol 4", che raccoglieva perle come 'Supernaut' e 'Snowblind', riproposero l'anno dopo lo standard classico della band, ma inziarono i problemi di Ozzy con la droga e Iommi e Geezer sentivano fortemente mancare l'ispirazione. I Sabbath cercarono di smuovere le acque noleggiando il castello di Clearwell in Galles, cercando di ritrovare l’ispirazione, e si narra che qui Ozzy e Iommi incontrarono un fantasma... L'ispirazione era ritornata. Era il 1973 e con "Sabbath Bloody Sabbath" arrivava la perfezione: 'A national acrobat' , 'Fluff', 'Who are you?', 'Spiral architect'... Ma ancora una volta il successo fu lacerato dai problemi legali causati dal manager della band, così i Black Sabbath si ritrovarono in grave crisi e furono sul punto di sciogliersi. La rabbia e la determinazione li spinsero però a registrare nel 1975 "Sabotage", che per molti è l'apice stilistico dei Black Sabbath che aumentano in pesantezza e potenza sonora con pezzi tipo 'Hole in the sky', 'Don't start (too late)' e 'Megalomania'.

L'addio di Ozzy
Il successivo "Technical Ecstasy" fu giudicato dalla critica il primo vero e proprio flop della band, che presa da una nuova crisi vide l'abbandono di Ozzy che solo nel decennale della band, il 1978, ritornò per incidere il pessimo "Never Say Die". A questo punto Ozzy, distrutto da alcholl e droga, fu allontanato.
Il cambio di vocalist c'è con "Heaven and hell" del 1980, il primo album marcatamente hard & heavy. Al fianco di Iommi e soci viene preso Ronnie James Dio, ex-Rainbow, in più entra nella band anche un tastierista, Geoff Nicholls. Il nuovo vocalist prese le redini della band e sostituì Bill Ward, che aveva seri problemi con l’alcol, con Vinny Appice. La nuova band registrò "Mob Rules" sempre su buoni livelli. Ma dopo un tour mondiale esplosero conflitti interni tra Iommi e Dio con l’abbandono del vocalist. Proprio in questa fase di declino Bill Ward ritornò nella band portando con se Ian Gillan, leggendario cantante dei Deep Purple. L'album registrato, "Born Again", ebbe scarsa fortuna, con songs accattivanti ma non di successo. A questo punto la carriera dei Sabbath era giunta al capolinea con Bill Ward e Ian Gillan che abbandonarono la band e Iommi che decideva di dedicarsi al suo progetto solista. I Sabbath furono sciolti una prima volta, ricostituiti col vocalist Ray Gillen, poi con Tony Martin e pubblicarono "Headless Cross" e "TYR", tutti album in perfetto stile Black Sabbath ma davvero mediocri. Fu col ritorno di Dio e Appice nel 1992 che fu registrato un nuovo successo della band con "Dehumanizer", che conteneva song del calibro di 'Computer God' e 'After All (The Dead)'. Ma non ebbe fine la serie di abbandoni che tra scoop e reunion accompagna tutt'oggi i Sabbath.