CHER - BELIEVE

Ben prima di Katrina, il ciclone Cher travolse il mondo con un singolo di devastante potenza: Believe. A cavallo del 1998 e il 1999 infatti la canzone, dedicata a Sonny Bono, ex marito della cantante americana, diventa una delle colonne sonore più importanti del decennio, travolgendo le classifiche di tutto il mondo, Italia (paese che ha sempre snobbato Cher) compresa. Il brano, una dance perfettamente ballabile, arrangiata all'avanguardia, dominata dalle tastiere e dalla grande voce della cantante (che non si esime dall'usare il vocoder, ormai un marchio di fabbrica delle sue produzioni) è chiaramente concepito per vendere, ma non per questo perde il fascino anche a 10 anni dalla sua pubblicazione. Dietro la facciata del singolo Believe c'è però anche l'album omonimo, che ci svela qualcosa di interessante. A partire dal secondo album The Power, arrangiamento di chitarra acustica orientaleggiante, effetti sonori ridotti al minimo per esaltare le qualità vocali, ma anche negli altri singoli: Runaway, dance decisamente meno di qualità di Believe, con un ritmo più frenetico e anche più banale, ma soprattutto All or nothing e Strong enough, che riscuoteranno un discreto successo. Passando per Dov'è l'amore (brano pienamente dimenticabile con qualche frase in italiano) arriviamo al meglio: Takin' back my heart. La sonorità funk e lo stile richiama continuamente il capolavoro It's a men's world, con una buona dose di aggiornamento, il ritornello è trascinante e l'interpretazione è magistrale. Il finale torna fortemente sulla dance con Taxi taxi, la riedizione di We all sleep alone (del 1987) ma soprattutto Love is the groove. Believe rappresenta uno dei punti più popolari della produzione di Cher, forse non uno dei migliori ma sicuramente non da buttare. Il singolo rimane una colonna sonora di un decennio e come tale non può essere dimenticato.