*** E S C L U S I V A _ I M P E R I A L E ***
RECENSIONE SPECIALE: il nuovo album dei Depp Purple che uscirà in Italia tra quasi un mese, il 24 ottobre, presente in anteprima solo nell'archivio della nostra micronazione quintomondista grazie al nostro cittadino .Hio.

DEEP PURPLE - RAPTURE OF THE DEEP


I Deep Purple sono uno dei gruppi fondamentali dell'hard rock. Sorti nel 1968 ci hanno incantanto con perle come “Black Night”, “Speed King” o la famosissima ”Smoke on the Water” e sono giunti ormai sessantenni sino ad oggi trasmettendoci ad ogni performance ancora una grossa dose di adrenalina. La band formata da Ian Gillan, Roger Glover, Ian Paice, Steve Morse e Don Airey ci delizia ora con "Rapture of the Deep”, questo il titolo del nuovo disco, prodotto da Michael Bradford, che uscirà in Europa il 21 Ottobre 2005, distribuito dalla EDEL. Analizziamo uno ad uno gli 11 pezzi che comporranno la track list del disco: 1. Money Talks – Bella partenza. Richiama molto alla mente le atmosfere di “Bananas”. Buoni i riff di Morse ed egregia come sempre la voce di Gillan. Un intro che va diritto al sodo. Insomma l’album promette davvero bene. Voto: 7
2. Wrong Man - riffing molto duro e potente. Buono anche il ritornello, un tantino troppo melodico forse? Ci sta bene lo stesso, soprattutto il pezzo promette una buona riuscita dal vivo. L’impianto di base resta il blues. Atmosfere molto convincenti. Il pezzo non stanca mai. E’ da applausi la spaventosa ugola di Ian. Voto: 7,5
3. Girls Like That - ha una buona partenza molto bluesly, voce suadente e ritmo tra lo swing e il boogie. Ottimo il tappeto tastieristico. Il giro di basso è trascinante così come il riff centrale. Davvero coinvolgente il chorus su cui si staglia un cantato alto e tagliente che incredibilmente raggiunge le vette di sempre. Voto: 8
4. Rapture Of The Deep – Di sicuro un eccellente pezzo. Arie molto arabeggianti. Trascinante la ritmica, sempre pulito il tempo portato da Paice e stupendo il break strumentale. La vena seventies si impossessa all’improvviso del brano, i tempi si fanno più incisivi e si incrociano col tappeto di scale orientali e arrangiamenti tastieristici. Grande pezzo. Voto: 8,5
5. Clearly Quite Absurd - una struggente ballad, forse l’unica vera ballad scritta dal gruppo. Una song che commuove e crea stupende atmosfere. Forse il miglior pezzo dell’album: Voto: 8,5
6. Don't Let Go - sfolgorante rock song. Ottimo il chorus. La paragoniamo come struttura ed atmosfera a “Strange Kind of Women”. Davvero bene i fraseggi di chitarra ed eccellenti come sempre gli eleganti soli. Forse è uno dei migliori pezzi dell’album. Voto: 8
7. Back To Back - un buon pezzo in un egregio lotto di songs. Perfetto stile purpeliano. Grande riff di chitarra, ritmo incalzante e voce pungente. E presto arriva l’interruzione inaspettata, che potrebbe far gridare alla delusione. Parliamo del suono sinth che pure si evolve presto in un caldo guitar sound. Bello. Voto: 7,5
8. Kiss Tomorrow Goodbye - incantevole pezzo hard rock, ottima la ritmica e gli arrangiamenti. Grande prestazione di Ian Paice. Davvero una bella combinazione sulla quale gli acuti di Gillan non si fanno attendere. Voto: 7,5
9. MTV – è un pezzo che uscirà solo in Europa. Incarna di più il rock classico. Buono il cantato parlato e il ritmo incalzante. Molto funky. Anche i cori e il break strumentistico piuttosto blues. Ottimo anche l’organetto che introduce passaggi più d’impornta prog. Interessante anche il testo che riprende l’episodio dell'incendio in uno studio di Montreux dove stavano lavorando accanto a Frank Zappa, già narrato in “Somke on the Water” : "Mr. Grover, Mr. Gillian oh dovete essere diventati milionari la notte che Frank Zappa andò a fuoco". Voto: 8
10. Junkyard Blues - come da titolo è una splendida blues song. Buoni i controtempi e il riffing di chitarra. Ottimo il pianoforte e le scale in crescendo che accompagnano le evoluzioni della voce. Davvero un pezzo trascinante intervallato dai fiumi di note di chitarra e tastiera. Può tranquillamente divenire un nuovo classico.Voto: 8
11. Before Time Began - è un bell’esperimento. Vede un sognante incrocio tra melodie orientali, ritmica tambureggiante, tastiere molto soft e fraseggio chitarristico di stampo country. Ottima i soli di basso, chitarra e tastiera nella parte centrale. Il cantato possente e molto seventies si stende bene sulle melodie esotiche del pezzo. Voto: 7,5
In definitiva si tratta davvero di un ottimo album, non un operazione commerciale o una prestazione testimoniale. Di sicuro è il migliore tra gli ultimi della band. Molto più heavy di Bananas, uscito appena due anni fa. Ricco di ottime song. Ma è soprattutto la qualità che si tiene sempre alta. I riff di Morse e le melodie di Gillan restano ben impressi nella mente dell’ascoltatore. La vena hard rock non è morta, anzi è più feconda di quanto possa apparire. In età avanzata il gruppo è ancora capace di dare splendide lezioni di rock duro alle nuove generazioni. Non resta che dire: lunga vita ai Deep Purple!

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