ECHO & THE BUNNYMEN - THE FOUNTAIN

Ian McCulloch può parlare finchè vuole, fare la consueta promozione dicendo "son le migliori canzoni da anni!", esaltare questo The Fountain rimandando ai fasti del passato. La maggior parte di chi ascolta gli Echo & The Bunnymen non ci cascherà mai, e preferirà prima ascoltare il disco prima di dare qualsiasi giudizio, pur essendo convinto che non sarà mai come le prime opere. Ed è così, The Fountain è un disco onesto, che si lascia ascoltare piacevolmente e che risente poco degli anni che passano, con un sound accattivante. Uscito nell'ottobre 2009, questo nuovo album del gruppo di Liverpool non aggiunge nulla a quanto non fosse già detto, ed è peggiore di Siberia, che pareva decisamente più ispirato. I brani migliori sono Forgotten fields, che mette nel calderone new wave atmosfere brit pop, azzeccando la struttura e il ritornello, candidata sicuramente come singolo. Buone anche le intuizioni di Shroud of Turin, in particolare per quanto riguarda i riff di chitarra, così pure Think I need it too. Si fanno apprezzare anche le sonorità di Everything neverendless, ma in questo turbinio elettrico si senton la mancanza di ballate (come The Killing Moon, Nothing lasts forever), e Drivetime non può certo risollevare la situazione, così come non può farlo The idolness of Gods, che manca di senso della misura e produce solamente noia. The Fountain è un disco sufficiente, che i fan di Ian McCulloch e soci guarderanno con un po' di nostalgia ma che si lascia ascoltare, come punto di partenza per scoprire i gloriosi anni della new wave degli Echo & The Bunnymen.