GEORGE MICHAEL - FAITH

Avete rotto co sti Wham! George Michael dice addio alla band da milioni di dischi di inizio anni '80 per la carriera solista con lo storico concerto The Final, nel 1986. Un anno dopo è pronto per il primo disco completamente suo: Faith. La voglia di distacco dall'immagine da idolo delle ragazzine c'è tutta, peccato che non ci saranno molti cambiamenti, il nuovo look con giubbotto di pelle e jeans, la sculettata nel video di Faith, le pose sexy di I want your sex saranno un autogol sotto il punto di vista della credibilità (che arriverà 3 anni dopo, con Listen without prejudice). Ma non sarà un autogol come successo: Faith diventerà una delle colonne portanti della discografia del cipriota, estraendo 6 singoli di tutto rispetto, vendendo milioni di copie in tutta Europa e negli Stati Uniti, sostenuto da tour trionfali. E' infatti da riconoscere che Faith, nonostante la cattiva fama di cui gode per la critica, sia un disco maturo, con ottime musiche, una grande voce e poche banalità, che giustificano pienamente il successo. Brani come la title track, pop allo stato puro con chitarra a tutta, ritmo incalzante e interpretazione semplice, come Father figure, ballata invece già più complessa, sono rimasti nella storia. Se poi aggiungiamo le tre parti di I want your sex (la prima sarà estratta come singolo, andando a fomentare le polemiche) andando in direzioni come la dance nella prima parte, il pop-funke un po' retrò della seconda (con fiati in bella vista) e quasi il soul nella terza, A last request. Il soul è l'altra grande arma di George Michael che tira fuori dal cappello due splendide ballate concepite su misura, One more try, in cui percussioni e tastiera possono fare da sottofondo a un'interpretazione da pelle d'oca e l'ottima Kissing a fool, canzone quasi alla Frank Sinatra con chitarra acustica, pianoforte e trombe, dolcissima e cantata in modo superbo, un grande classico (ripreso poi anche da Michael Bublè), entrambi saranno singoli. Le vere magagne arrivano nei riempitivi veloci, se Monkey dimostrerà, soprattutto nel remix del singolo, una certa originalità, le altre potevano essere dimenticate (Hard day e Hand to mouth). Un paio di canzoni fuori posto comunque non danneggiano un album scorrevole, che segna un indubbio passo in avanti rispetto agli Wham.