FRANCO BATTIATO - FETUS

Gli anni '70: avrei lasciato tutto per seguire un corso di campana tibetana. Samuele Bersani riassumeva così un periodo complesso, che molti considerano il massimo della musica moderna. Io non sono tra questi, tuttavia bisogna assolutamente riconoscere che il decennio ha aperto moltissime porte a quello che sarebbe venuto dopo. I Kraftwerk, i Tangerine Dream, i Pink Floyd, David Bowie, gli Steely Dan. Ma anche Franco Battiato. Se l'esordio del cantautore è datato 1967 alla corte di Gaber, la nascita vera e propria è del 1971 con il disco Fetus, inaugurazione del periodo sperimentale dell'artista. E' un disco molto complesso, che può passare da qualcosa di pienamente fruibile e godibile ad atmosfere inquietanti, decisamente innovative e anche, purtroppo, al rumorismo. Non è nè un capolavoro, come molti lo esaltano, nè un disco inutile, è uno dei passi fondamentali dell'artista verso la completezza (vedasi La voce del padrone, 1981). Dedicato ad Aldous Huxley (come il successivo, Pollution) e a Il mondo nuovo si trattano temi che rimarranno cari all'artista come la vita, l'identità, la scienza. Si sente già molto di quelli che saranno i tratti fondamentali: i testi evocativi, la diversificazione di stili e strumenti, l'uso di campionature e trabocchetti. Da Una Cellula, di gran lunga il brano più ascoltabile (e uno dei migliori), in cui si fa un uso molto cosmico dei sintetizzatori, a Energia, con l'introduzione, decisamente inquietanti, di tastiera e voci di bambini, in discorsi frammentati, chiaramente infantili. Non c'è nulla di meno, anzi, forse qualcosa di più, che nei primi lavori dei Kraftwerk. Ci si lancia andare anche a momenti più melodici, ma anche ad assurdità scientifico-matematiche come in Fenomenologia il cui finale è affidato a una formula: x = a (sen. *t) x2 = a (sen. wt + y). Nel finale, con Anafase e Meccanica, si sente abbastanza il vero limite: il rumorismo gratuito e puramente sperimentale. Battiato insisterà per 8 anni su questa strada, andando verso i limiti della contemporanea soprattutto negli ultimi lavori e sfoderando anche tocchi da maestro vero come nell'album Sulle corde di Aries. Fetus è il punto di partenza, non per conoscere Battiato ma per capirlo fino in fondo.