THE MAGNETIC FIELDS - REALISM

Il 2010 si apre con un album speciale, un po' come tutti quelli composti da quel pazzo di Stephen Merritt. Recensito il suo disco capolavoro (e forse IL disco pop degli anni '90) 69 Love Songs, ho sempre stentato ad intrufolarmi nel resto della sua discografia con continuità, franando su Distortion del 2008. Merritt conferma le sue linee guida: addio ai synth. Se il precedente Distortion era prevalentemente incentrato sulle chitarre elettriche e appunto sulla distorsione, qua torniamo al folk, con il titolo perfettamente azzeccato di Realism, a rimarcare la parvenza di realismo di questa musica acustica, fatta di chitarre acustiche, che ci rimanda a storie di vita vissuta, all'entroterra americano, alla gente. Quanto poi Merritt ci creda non è dato sapere, personalmente sono convinto che, come spesso accade, l'atteggiamento del cantautore comprenda buone dosi di ironia, di leggerezza, di distacco, in modo da guardare al fenomeno folk con occhio più lucido. We are having a hootenanny è un manifesto, con 2 minuti di pura ispirazione statunitense, nelle canzoni tipiche da film western, ma più con scenari da Lucky Luke che non da Sergio Leone. Le voci variano sempre, una costante delle produzioni dei Magnetic Fields, andando a sottolineare la drammaticità o la gioiosità dei momenti. I don't know what to say è un altro esempio, con una ballata intensa e ben riuscita sottolineata da una presenza vocale seria e matura. Voci femminili e più delicate contornano il tintinnare di The Dolls Tea Party, con arrangiamenti perfettamente azzeccati, giustamente infantilizzanti. Ecco la canzone popolare nelle sue forme: Everyone is one big Christmas Tree è tutta da fischiettare, nel suo incedere marciante; Seduced and abandoned ci riporta a fisarmoniche francofone, senza tuttavia contenerle, con un rimando anche (per chi ha seguito l'Area Musicale) all'ultimo album di Marc Almond; The Dada Polka perde un po' di immediatezza nel cercare alternative alla forma della canzone, senza tra l'altro raggiungere direttamente lo scopo, rimanendo nell'ibrido. Atmosfere leggermente più esotiche le troviamo in Walk a lonely road o Better things, senza lasciare grandi tracce. Realism di Stephen Merritt è una delle tante conferme di uno dei principali autori di vera musica degli scorsi due decenni, proiettato in questo nuovo, cominciato con un brano capolavoro: You must be out of your mind.