REM - COLLAPSE INTO NOW

1° avvertenza: quando una band dice di aver fatto l'album migliore dai bei tempi (20 anni prima, 10 anni prima, 40 anni prima, non conta) bisogna stare molto attenti. 2° avvertenza: è difficile risalire da un momento di crisi esponenzialmente. Dopo un episodio isolato positivo, ci può essere un'altra caduta, per convergere il tiro. 3° avvertenza: a volte si deve cantare il de profundis anche per leggende della musica leggera. REM: Collapse into now, purtroppo il clamoroso buco nell'acqua di Stipe e soci. La prima impressione, dicendo tutta la verità, è stata veramente pessima: addirittura peggiore di Around the sun, orribile, i REM farebbero meglio a chiudersi in convento e roba simile. Mi son ripreso quindi anche Around the sun e ho potuto confrontare, rivalutando un pochino questo nuovo episodio. Non dobbiamo però dimenticare che dopo l'orribile disco del 2004 (che conteneva, tra le altre, la ballata Leaving New York) c'è stato Accelerate, datato 2008 e che era un lieve segnale di ripresa: un disco scanzonato, pieno di brani veloci ma gobidili, un album onesto al livello di Monster. Se si deve valutare la prova al confronto di quest'ultimo, Collapse into now è la conferma che i REM sono in un trend discendente, e che Accelerate è un caso isolato. Purtroppo il disco può essere curato negli arrangiamenti, in alcuni segmenti, ma nel complesso non regge: mancano le canzoni. La fabbrica di ritornelli più importante d'America pare inceppata, e si trova ben poco che si potrà ricordare in futuro. Questa è un'affinità con un altro disco del gruppo: Up, lunghissimo e frammentario, riuscito quasi per niente, ma lì c'erano brani onorevoli come Lotus, At my most beatiful e Walk unafraid, qui neanche quelli. La formula può essere sempre la stessa (Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I pare una riedizione di Country feedback) ma non convince per niente. Il primo singolo, Discoverer, è veramente poca cosa, con ritornello evidentemente fuori posto. Il secondo, Uberlin non ha capo nè coda. Una ballata come Walk it back è praticamente già scritta decine di volte, come gli episodi più mielosi di Around the sun. I duetti sono veramente censurabili: Alligator Aviator Autopilot Antimatter con Peaches (non la figlia di Geldof) che quasi ricorda Avril Lavigne e Blue con Patti Smith, che già non convinceva in E-bow the letter, che ha perfino l'ardire di ripresentare Discover nel finale. Cosa si può salvare? Il duo centrale Every day is your to twin- Mine smell like it back, che è almeno presentabile e il minuto e quarantaquattro secondi di That someone is you. I REM, per Collapse into now, non faranno nemmeno il tour: saggia scelta, con il repertorio che hanno essere costretti a presentare qualche traccia di questo album, per promozione, sarebbe stato oltraggioso.