ENRICO RUGGERI - ROCK SHOW

"Ho passato la vita a raccontare le storie degli altri (...). Questa volta il soggetto sono io". Così recitava lo spot radiofonico per il lancio di quest'album, parole riprese sulla copertina del CD. Si tratta perciò di un "album-concept autobiografico". La prima impressione all'ascolto è però quella di un "déjà-écouté", come se non ci fosse affatto questa differenza con gli album precedenti. Dal punto di vista dei testi, questo potrebbe significare che l'autore non ha fatto altro che proiettare sugli "altri" quello che aveva dentro di sé, evidenziandone gli aspetti comuni. Dal punto di vista musicale, la maggior parte delle canzoni sembrano proprio dei rifacimenti di canzoni precedenti, e questo può essere particolarmente preoccupante: come se Ruggeri sia arrivato al capolinea della sua sterminata produzione di trent'anni, non restandogli più nulla da dire. "Sulla strada" è la canzone che apre l'album, tipicamente ruggeriana. "La Terra e la Luna", brano scelto per la promozione radiofonica, è probabilmente il pezzo migliore, pur nella sua apparente povertà musicale (ricorda "L'amore è un attimo, da "Fango e stelle"). "Rock Show", che dà il nome all'album, ricorda "Eroi solitari", da "Amore e guerra" del 2005. "Leggo le carte" è il brano più "simpatico" e riecheggia sia "L'illusionista", da "Domani è un altro giorno" che "Oggi ritorno", da "Gli occhi del musicista". "Io respiro" ci porta per molti versi invece al Ruggeri di metà anni '80, come "Cuore segreto", caratterizzato dal suono del saxofono. "Teneri amori", dolecmente malinconica, sembra invece il rifacimento di "Andiamo", da "Gli occhi del musicista". "La donna del campione" è intrisa delle sensazioni di musica popolare, grazie al suono della fisarmonica. "Attimi" si rifà al rock degli anni '70, come la successiva "Il cielo è qui", centrata sull'emozione del cancerto dal vivo. Chiude "Il giorno del blackout", la cui parte musicale è tutta in acustico.