*** E S C L U S I V A _ I M P E R I A L E ***
RECENSIONE SPECIALE: il nuovo album dei Simply Red che uscirà in Italia tra quasi un mese, il 17 ottobre, presente in anteprima solo nell'archivio della nostra micronazione quintomondista grazie al nostro cittadino Duck Luca

SIMPLY RED - SIMPLIFIED


Michael James Hucknall ha recentemente affermato che la sua musica (anzi il suo pop) avrà tre divisioni: quella jazz, quella orchestrale, e latino-americana.
Sul jazz si poteva sapere, sull'orchestrale rimane un incognita, sui ritmi latino-americani è stato necessario un viaggio a Cuba e concerto coordinato (sono stati i primi inglesi ad esibirsi lì).
Il risultato di viaggio e affermazione è un progetto di due album (o forse successivamente verrà aggiunto anche il terzo): Simplified in uscita il 17 ottobre e Amplified, atteso per maggio 2006. Un fan poteva perdersi la soddisfazione di averlo in anteprima con mezzi non proprio legali? No! Così in esclusiva per Impero avrete anche la recensione Simplified in realtà non è un album di inediti (a parte 3 brani) ma vale lo stesso acquistarlo per la rimessa a nuovo di alcuni successi storici, ma andiamo con ordine. Il primo pezzo, il primo singolo è Perfect Love, una splendida canzone latina piena di trombe, sax...irresistibile e c'è da gridare al capolavoro musicale. Sugli stessi ritmi la nuova versione di Something got me started del 1991 migliorata veramente. Le seguenti due, Holding back the years (1985) e More (1989) sono invece più simili, ma arricchiti di suoni più pieni e di effetti nuovi di zecca. Arriviamo al primo inedito (se fa per dire) è una cover di una vecchia canzone di Leon Russel, una melodia struggente ma non indispensabile chiamata A song for you. Un irriconoscibile Your mirror (ancora 1991) in versione acustica (solo pianoforte e qualche tocco di sax), canzone vagamente politica e specchio di una società consumista. Meglio però l'originale...
Uno dei pezzi forti è la versione (simile a quella di Your mirror) di Fairground, tramutata in canzone dolcissima lasciando alle spalle il ritmo, stranamente latino originale, del 1995. Sul finale arriva il reprise di Perfect Love. Il nono brano è l'ultimo inedito, Smile, brano che ricorda le musiche lente anni '80. Uno dei pezzi migliori dell'album. Il finale ci da alcune sorprese, una ripresa Sad old red (dal lontano 1985) resa ancora più bella ed Ev'ry time we say goobye, dal 1987 con Cole Porter, finalmente ascoltabile, la versione originale non era infatti minimamente considerabile .
Riassumendo un album particolare che forse se non fossero indipendenti la casa discografica non avrebbe mai pubblicato perchè lo giudico solo una chicca per i fan e i cultori delle versioni acustiche...
Con queste premesse l'album è ottimamente riuscito!