ZUCCHERO - ORO INCENSO & BIRRA

Per recensire questo album di Zucchero, passato alla storia come il più bello, il più venduto, il più di successo, quello contente più singoli e pezzi passati alla storia, si deve partire dai 3 pezzi minori, cioè quelli che si sono dimenticati con il passare del tempo: Nice (Nietzsche) che dice, Iruben me e Libera l'amore. Sono brani classici, che ritroveremo poi nell'ispirazione di Miserere, il primo con un ritmo deciso e blue's a tutta, il secondo un momento quasi di raccoglimento, di quasi 6 minuti, con atmosfera pesante, notturna e soprattutto la chitarra elettrica, devastante, il terzo un lento breve, di chiusura, come al solito (nella tradizione di Hai scelto me, di I tempi cambieranno). L'istintiva bellezza di questi 3 brani porta subito una domanda: e quelli che sono passati alla storia? Uscito nel 1989, Oro Incenso & Birra è il 5° album di Zucchero, uscito dopo i fasti di Blue's, un album davvero bello. E se a mio modestissimo parere il precedente è leggermente migliore, questo lo surclassa in termini di successo e fama, sia in Italia che in Europa e America, dove è considerato uno dei migliori album di musica leggera italiana. Da Overdose d'amore, spensierata canzone in pieno stile black, a Diamante, storica ballata (con testo di De Gregori) sul rapporto nonna-nipoyr, la crescita e il legame, passando per Il Mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle, rockeggianta, frenetica e incentrata su temi più profani come il sesso, Diavolo in me (forse la canzone più conosciuta di Zucchero) con un'anima chiaramente funk, divertente e coinvolgente, A wonderful world, splendida canzone pop in cui si sente fortemente la mano di Eric Clapton. E se non bastasse c'è anche Madre dolcissima, potentissimo brano, una crescita continua nella musica, nella voce, nei cori, un capolavoro vero e proprio di più di 7 minuti. Un album che merita la sua fama, pieno di canzoni tanto celebri quanto belle, per un cantante di cui è molto più piacevole ricordare il passato che non vedere il presente.