COMMUNITY

STAGIONE 1

Il Greendale Community College non è Harvard o Yale, figuriamoci. E' un college statale per gente a cui serve una laurea, possibilmente da comprare. Jeff Winger, avvocato senza un foglio di carta a testimoniarlo, non vuole fare altro che superare al più presto i corsi, con le risposte fornite da un professore amico, per tornare alla vita di tutti i giorni. Peccato che non vada così, purtroppo al nostro Jeff tocca studiare. Beh, c'è la consolazione di una bella ragazza (Britta), perchè non invitarla a studiare per il corso di spagnolo che frequentano insieme? Nasce così il gruppo di studio di spagnolo del Greendale, con la presenza non voluta di casi umani come Pierce (interpretato dal comico d'annata Chevy Chase), madri divorziate come Shirley, ragazzine problematiche (Annie), ex giocatori di football (Troy) e mangiatori di cultura pop
(Abed). Un gruppo eterogeneo ma che riuscirà a collaborare tra le varie proposte di corsi, con un po' di amicizia. La
sit-com è fortunatamente molto lontana da quelle classiche sulla scuola: il senso d'inferiorità del Greendale e del suo preside nei confronti dei college privati, gli strani professori (il mitico Chang di spagnolo, ma anche quello di psicologia), i problemi dei diversi componenti del gruppo (con le tantissime gag del vecchio pervertito e razzista Pierce), il gusto per il non-sense e un po' di critica sociale rendono Community una serie che, almeno in questa prima stagione, diverte e si lascia seguire. Menzione d'onore per le interpretazioni di Danny Pudi (Abed) e Donald Glover (Troy) in una serie di gag nella chiusura degli episodi.

STAGIONE 2

Quello che non avete visto.

"Paradigms of human memory" episodio numero 21 di questa seconda stagione è forse quella che potrebbe rappresentare meglio come Community sarebbe potuto essere. Come nella celebre puntata di South Park "Cartoon wars", si prende una serie di gag da montare in ordine più o meno casuale e si ottengono, grazie al calcolo combinatorio, un numero enorme di trame e sottotrame da mettere in scena ogni settimana. Gli ingredienti ci sarebbero tutti: - l'alchimia amorosa - le stramberie del preside Pelton (interpretato da un gigantesco Jim Rash) - le avventure del gruppo di studio, nei posti e nelle situazioni più improbabili - i litigi, le tensioni, le frustrazioni del gruppo nella sua interezza - il ruolo di Jeff Winger, avvocato talmente consumato da poter fare anche il giudice di pace per futili questioni "Paradigms of human memory" però non è una puntata fatta da un elemento per ognuno di questi insiemi, lo è tutte. Con l'espediente usatissimo degli spezzoni (che hanno animato diversi episodi antologici di molte sit-com) il risultato è un insieme di tantissime microsituazioni inedite in cui è impossibile trovare un filo conduttore, salvo qualche rimando qua e là a un'ambientazione comune. Per chi non lo aveva capito nei 20 episodi prima è la prova che Community non è una serie come le altre: gioca molto di più con il suo pubblico, sperimenta, rischia, espone il proprio linguaggio e presenta pregi e difetti di quello televisivo, svelando trucchi e attuandone altri.

Salto di qualità

Quello schema della situazione paradossale in cui il gruppo è coinvolto è usato spesso nella prima parte della prima stagione, anche per introdurre le dinamiche di gruppo e le peculiarità dei singoli personaggi. Già però dalla seconda parte della scorsa annata si era capito che Community aveva qualcosa in più, che poteva aspirare a diventare qualcosa di più di una semplice commedia originale e non solo con l'episodio che ricordano tutti ("Modern Warfare"). Il superamento di questa barriera dello schema fisso è il salto di qualità di Community, che può quindi mettere insieme una serie di episodi impressionanti: in "Cooperative calligraphy" l'ambiente viene ridotto al minimo e il furto di una penna si trasforma in una crisi di nervi, in "Advanced Dungeons & Dragons" non ci si muove dai dintorni della biblioteca ma si vola con la fantasia nel gioco di ruolo del gruppo, con un perfetto Pierce (e quindi un perfetto Chevy Chase) nel ruolo di un carismatico e patetico cattivo, in "Intermediate documentary filmmaking" vediamo un documentario di Abed perchè la storia si capisce meglio con i personaggi che parlano di fronte alla telecamera. La serie può cambiare registro con gag fisiche, riferimenti alla cultura pop, sarcasmo, satira senza cali evidenti. In questa stagione di Community si respira un'aria di sorpresa, in cui ogni puntata può essere completamente diversa e anche quando le notizie filtrano si rimane (piacevolmente) beffati. Niente si risparmia Dan Harmon, nemmeno di ripresentare la serie stessa, con lo strepitoso doppio finale: il secondo tempo della partita a paintball di Modern Warfare visto dalle angolazioni dello spaghetti western e di Star Wars.

Il calderone del Greendale

Il Community College non è più solo una scuola che propone corsi, quanto un ambiente variegatissimo in cui le storie più diverse vengono a contatto, dove un vecchietto può essere un bullo e dove non esiste una rappresentativa studentesca. Il Greendale funziona quindi da grande spinta alla satira, che sia dei meccanismi della politica ("Intro to political science"), dell'industria cinematografica e del fanatismo ("Messianic myths and ancient people") o dei diretti concorrenti per gli ascolti della serata (con qualche frecciata a Big Bang Theory). La verità è che però lo spicchio di società presente nel college pubblico è quello più debole: il gruppo di studio ne è la prova. Tutti i personaggi hanno una storia complicata alle spalle e anche chi sembra uscire vincitore prima rivela insicurezze dopo. Il tono non può quindi essere solo quella della commedia, i temi importanti possono essere trattati anche seriamente ("Mixology certification", e non solo per l'alcool) senza scadere nel drammatico. Community non ha solo l'obiettivo di rappresentare l'istruzione statale oppure fare una critica televisiva dall'interno, quella che propone ogni settimana è la storia di un piccolo gruppo di persone che, dopo aver perso fiducia, autostima, certezze (esemplare da questo punto di vista è "Critical film studies"), riesce a farcela con un irrilevante gruppo di studio. Se nella prima stagione si studiava spagnolo, ora si studia antropologia e probabilmente lo hanno fatto più gli spettatori che i personaggi.