MEN OF A CERTAIN AGE

STAGIONE 1

Ray Romano ha alzato il tiro. Per chi lo seguiva come me in Everybody loves Raymond, che ha bazzicato per anni la tv italiana ed è ancora in onda su Sky, la sua nuova serie è stata decisamente una sorpresa. Dopo che nel 2005 lo scettro del re del lunedì sera è passato a Charlie Sheen di Two and a half men, Romano si è fatto vedere pochissimo fino all'anno scorso, con un nuovo prodotto: Men of a certain age. Passato dalla nazionalissima CBS a un pubblico minore come quello della TNT, è impossibile non notare il completo cambio di target dell'attore statunitense. Se Everybody loves Raymond era una commedia nerissima sulla situazione familiare, con momenti divertenti immersi in un contesto da tragedia vera e propria per quella povera famiglia, Men of a certain age è una serie drammatica a tutti gli effetti. Lui, Scott Bakula e Andre Baughner (probabilmente il migliore della serie) sono infatti tre uomini sulla cinquantina, alle prese con la quotidianeità del divorzio, della vita da single, della famiglia e del lavoro, in una serie di brevi felicità, batoste e tentativi di tornare giovani. Romano passa da star a co-protagonista, ma in una serie che scrive insieme a Mike Royce. Men of a certain age è una serie interessante, ma consigliata a chi riesce a reggere una visione della vita tutt'altro che radiosa. Menzione anche per la buonissima colonna sonora, con il grande theme di apertura: When I grow up (to be a man) dei Beach Boys.

STAGIONE 2

Per gli americani lo sport è una cosa diversa, sarà che ne hanno parecchi mentre in Europa oltre al calcio c'è ben poca cosa, se non quando si vince qualcosa. Lo sport è l'anello che circonda questa seconda e purtroppo ultima stagione di Men of a certain age, con la decisione di Joe (Ray Romano) di tornare a giocare a golf e tentare di partecipare al Senior Tour. Ma sport è anche il centro dell'ossessione dello stesso Joe per le scommesse e la fonte di reddito dell'allibratore Manfro. Sport è anche quello che praticano i dipendenti di Owen (che ha assunto il controllo dell'azienda paterna) in una puntata memorabile. Men of a certain age è una serie sul secondo tempo, su 3 uomini che si trovano a dover cambiare alla soglia dei 50 anni: Joe vuole una seconda possibilità sportiva, Terry vuole mettere la testa a posto, avere un lavoro fisso come venditore di auto e si è innamorato, Owen ha un'azienda da mandare avanti tra mille difficoltà, dopo anni da dipendente del padre. Spariscono praticamente tutti i difetti della prima stagione, la puntata diventa più sostenibile nella sua interezza, il ritmo accelera e le storie si fanno sempre più coinvolgenti. In Men of a certain age i confini tra i personaggi e gli attori si affievoliscono, si ha come l'impressione di partecipare alla vita di 3 uomini veri, senza gli isterismi e le emozioni in vetrina. Tutto si può percepire con occhio attento, dai piccoli movimenti, dagli sguardi, senza scenate plateali. Sta qui forse la condanna della serie, poco appetibile per il pubblico femminile perchè totalmente maschile, ma allo stesso tempo troppo delicata. Un telefilm drammatico completamente diverso da, per esempio, Mad men, che gioca molte componenti sul sesso, il lusso e il mistero. Lo share è basso, la qualità alta e si è purtroppo destinati a troncare qua la conoscenza di queste tre persone. Ma lo si fa nel migliore dei modi, piangendo e ridendo nell'ultima puntata, come raramente capita. La seconda stagione di Men of a certain age è un capolavoro.