THE BIG BANG THEORY

STAGIONE 1

The Big Bang Theory è una sit-com americana di Chuck Lorre (già produttore del grandioso Two and a half men) incentrata su 4 ragazzi tipicamente geek, appassionati di scienza, internet, fumetti, serie tv... Le disavventure di Leonard, Sheldon (uno dei personaggi più caratteristici, con un totale estraniamento per le convenzioni sociali), Howard e Raj, alle prese con le manie, con il sesso femminile (in particolare Penny, la vicina di casa di cui Leonard è innamorato). Tra citazioni di Star Trek, tecniche di abbordaggio, discussioni para-scientifiche e riferimenti a tutto il mondo dei fumetti abbiamo una serie molto divertente, per un target anche abbastanza attento a tutti i riferimenti. Da evitare assolutamente la versione in italiano, probabilmente uno dei doppiaggi più brutti della storia. In inglese (opportunamente sottotitolato) è decisamente meno volgare, banale e molto più stuzzicante.

STAGIONE 2

La seconda stagione sfrutta ancora meglio le potenzialità della sit-com, provando nuove interazioni tra personaggi e introducendone altri (uno da segnarsi è sicuramente la madre di Leonard). Il rapporto Penny-Leonard si fa più complesso, ma il vero protagonista diventa sicuramente Sheldon, sempre più integralista nelle sue abitudini e convinzioni. In particolare si deve però segnalare anche la coppia B di Big Bang Theory: Howard e Raj, che nella seconda serie ha grande spazio (e meno male).

STAGIONE 3

Appena conclusa, la 3° stagione di Big Bang Theory parte con i migliori auspici con un inizio sfolgorante. La relazione tra Leonard e Penny offre molti spunti divertenti sempre basati sul contatto tra due mondi molto distanti. A questi si aggiungono alcuni graditi personaggi (la madre di Leonard, la fidanzata di Wolowitz) che fanno ben sperare per il serial. Purtroppo, la 2° parte della stagione è decisamente inferiore, inanellando una serie di puntate basate unicamente sulle gag fisiche dovute alle stramberie di Sheldon, perdendo l'ottimo umorismo. La luce si vede solo in 2-3 episodi in cui si può dire che succeda qualcosa. Il finale di stagione lascia intravedere una porta importante, ma per me è la conferma della banalizzazione di uno dei prodotti più divertenti degli ultimi anni.

STAGIONE 4

Una mezza stagione storta può sempre capitare, specialmente dopo aver fatto vedere ottime cose nella prima parte. E' con questa convinzione che ho deciso di vedere la 4° stagione di The Big Bang Theory, ormai una delle corazzate dell'intrattenimento americano. Trainata dall'ottimo Two and a half men, i 4 nerd e la bella ragazza hanno guadagnato sempre più consensi nelle 3 stagioni, fino a essere spostata al giovedì pronta a reggere una serata senza l'aiuto di Charlie Sheen. Guardando indietro, posso dire di aver fatto male. La 4° stagione di Big Bang Theory è un cinepanettone lungo 24 puntate in cui (se prima c'era il sarcasmo, i supereroi, la scienza, la fantascienza) dominano sesso, scorregge e stereotipi. La trama? Si riparte di fatto dalla rottura tra Leonard e Penny e dell'arrivo di Amy Farah Fowler (una sorta di Sheldon femmina) ma non succede nulla fino a che Leonard ritrova e intraprende una relazione con la sorella di Raj: Prya, e siamo già a metà stagione. Le puntate si susseguono settimana dopo settimana con qualche gag fisica, senza battute all'altezza, sancendo di fatto che se la collocazione dei 4 come scienziati era una delle caratteristiche principali dello show, ora è solo un inutile aggiunta rispetto al loro rapporto con il sesso. Leonard è un personaggio rovinato: se prima era la spalla di Sheldon, la voce del sarcasmo e della normalità ora è senza una personalità. Howard perde le sue incredibili gag per intraprendere una relazione con Bernadette (un'altra che lascia tutte le potenzialità comiche), Sheldon diventa un bambino indisponente, Raj un effemminato irritante (quasi uno stereotipo omosessuale), Amy Farah Fowler resta insopportabile sia da intransigente che da ragazza quasi-normale. Dopo la relazione con Prya, si assiste spesso anche a un patetico tentativo di far interagire le tre ragazze (Penny-Bernadette-Amy) in una serie di teatrini che nemmeno la bravura di Kaley Cuoco riesce a salvare. Il gruppo è sfilacciato e spesso vivono avventure separatamente, al contrario di quanto avveniva nelle prime stagioni, presentando tutti i limiti dei personaggi se presi singolarmente. Le puntate che potrebbero reggere il confronto con una qualsiasi delle prime due stagioni e mezzo si contano sulle dita di una mano, pare di guardare l'orripilante Dharma & Greg di Chuck Lorre (che è appunto produttore di BBT).