BORIS

STAGIONE 1

Boris è una serie italiana particolare per diversi motivi. Il primo di questi è sicuramente la diffusione: è stata infatti programmata solo su Sky (su FOX prima, dalla terza serie su FX) accanto a tutte le altre serie americane. Ma fermarsi a questo sarbebe riduttivo, Boris infatti ha la peculiarità di trattare della produzione di una fiction tipicamente italiana (chiamata Gli occhi del cuore 2, la prima serie è stata cancellata ma chi se ne frega), mettendone in luce il pressapochismo, gli errori, le falle nel sistema (quello della RAI spartita tra politica e raccomandazioni). Con Francesco Pannonfino (quello che dà la voce a George Clooney, per intenderci) nel ruolo del regista Renè Ferretti, Caterina Guzzanti nel ruolo dell'aiuto regista Arianna, Pietro Sermonti in quello del presunto attore fenomeno Stanis La Rochelle si delinea una storia tanto comica quanto amara sul panorama televisivo italiano, con frequenti scene girate "alla cazzo di cane". La serie non è esente da difetti, le prime puntate sembrano infatti centrate sulla figura di un giovane stagista (Alessandro, interpretato da Alessandro Tiberi) che vede infrangersi lì i suoi sogni di futuro regista, con una serie di gag poco riuscite. Più avanti è Ferretti che prende assolutamente il ruolo di protagonista, regalando qualche buon spunto, con una discreta serie di puntate nel finale. Bisogna quindi lasciarla ingranare, senza aspettarsi il capolavoro, per ottenere una serie discreta e che sicuramente, nel panorama italiano, è una delle migliori. Sigla di Elio e le storie tese.

STAGIONE 2

Complice Corrado Guzzanti (nel ruolo del conte cattivo degli Occhi del cuore 2, e dell'agente dell'attore appena convertitosi al cristianesimo ) e una maggiore cura alle relazioni tra gli attori, con qualche intrigo amoroso, qualche problema in più per i singoli, la seconda stagione di Boris soddisfa di più della prima. La stagione si sviluppa con l'abbandono dell'attrice scarsissima Corinna e l'assunzione della raccomandatissima Cristina (adorabile lei, adorabile il personaggio) e l'approfondimento del sentimento, poco corrisposto, tra lo stagista Alessandro e l'aiuto regista Arianna (la solita Caterina Guzzanti). Quello che nella prima serie convinceva meno rimane in alcune puntate, che diventano sempre meno con l'andare avanti della stagione e l'introduzione del tema centrale: la possibilità che il regista Renè Ferretti venga fatto fuori dalla rete con un mastondotico progetto fasullo: il thriller rinascimentale Machiavelli.

STAGIONE 3

Renè Ferretti scampa la cacciata politica ma si dimette, per provare un progetto di qualità: Machiavelli, che però deve trovare approvazione dalla rete. Nel frattempo prova qualche lavoro saltuario, uno di questi è la sit-com della concorrenza (ovviamente Mediaset, con tanto di studio anni '80 a Milano, le belle ragazze, la cocaina), Troppo frizzante, con alcuni comici veramente pessimi, stile Colorado. Ma durante le riprese dell'episodio di quest'ultima, Lopez chiama Ferretti per farlo rientrare e Roma per il progetto Machiavelli, che viene approvato ma stuprato dai nuovi sceneggiatori, facendolo diventare una sorta di Occhi del cuore rinascimentale. Renè non ci sta e si rifugia in un progetto sperimentale: Medical dimension, serial medico spin-off degli Occhi del cuore, con il dottor Corelli (Stanis La Rochelle, alias Pietro Sermonti) nella sanità pubblica. La serie pare abbia obiettivi ambiziosi e la rete garantisce per la qualità. Questo l'inizio, con Ferretti e Arianna (la solita e sempre incantevole Caterina Guzzanti) alle prese prima con la concorrenza e poi con Medical dimension, e si tratta di un buonissimo avvio. Dopo le prime 2-3 puntate però la stagione naviga a vista, prima con il problema della difficile situazione sul set, visto che la protagonista femminile, Fabiana Hassler (Angelica Leo) è la figlia di Renè. Più avanti, Medical dimension perde colpi e da progetto di qualità diventa sempre più a corto di mezzi, un plagio, un flop... Cosa resta di Boris 3? L'inizio, ma anche la fine, che vede a tutto i campo il team dei tre sceneggiatori della serie con l'obiettivo di riprendere e dare una scossa al sistema, verso un Occhi del cuore 3 completamente diverso. Ma 4 puntate buone (con alcune trovate veramente tra le migliori della serie) non possono compensare l'intera parte centrale della stagione, piatta e raffazzonata.